Spionaggio nell'antica Roma: la telegrafia ottica

Polibio cita Enea Tattico come l'inventore di un sistema di telecomunicazioni che prevedeva l'uso di un'asta con messaggi preimpostati, un cilindro con dell'acqua e una torcia.

Telecomunicazioni nell'antica Roma

Telecomunicazioni nell'antica Roma

Foto: Science Photo Library / Age Fotostock

Lo storico Polibio descrisse un curioso sistema inventato da Enea Tattico per trasmettere informazioni a distanza. Perché funzionasse, era essenziale che il mittente e il destinatario si trovassero in due punti visibili a vicenda, come ad esempio la sommità di due colli, come nell'immagine. Entrambi dovevano avere a disposizione un recipiente cilindrico pieno d'acqua. Il recipiente, di metallo o argilla, era dotato di un rubinetto che faceva scendere l’acqua in una specie di bacinella.

Entrambi possedevano anche un'asta identica, su cui erano incisi, esattamente agli stessi intervalli regolari, i messaggi che si volevano trasmettere. Per esempio: "attaccare all'alba", "aiuto", "inviamo rifornimenti".

Come veniva trasmesso il messaggio?

L'asta con i messaggi era posizionata su una base di sughero – che permetteva che galleggiasse – all'interno del cilindro. Quando si voleva trasmettere un messaggio, il mittente imbracciava una torcia: quando sollevava la torcia, apriva il rubinetto; quando la abbassava interrompeva il flusso d'acqua. Al destinatario bastava ripetere i movimento del mittente – aprire e chiudere il rubinetto con gli stessi intervalli – per fare in modo che l'asta, scendendo insieme al livello dell'acqua, indicasse lo stesso messaggio.

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