Sorta durante il Neolitico (5500-2750 a.C.) nell'Europa orientale, la cultura Cucuteni-Tripillia si estese dai Carpazi fino alle regioni bagnate dal Dnestr e dal Dnepr, che comprendono l'attuale Moldavia, gran parte del territorio occidentale dell'Ucraina e il nord-est della Romania. Una delle caratteristiche distintive di questa cultura era il costume di bruciare gli insediamenti dopo averli abbandonati (anche se alcuni di questi vennero ricostruiti anche più di volte), un tratto che lascia perplessi i ricercatori.
La grotta di Verteba, nella regione di Borščiv, in Ucraina occidentale, grazie ai suoi otto chilometri d'intricate gallerie fu utilizzata dalla cultura Cucuteni-Tripillia come santuario. Lo scorso marzo una squadra di archeologi del museo di storia locale di Borščiv guidata da Mykhailo Sokhatskyi, eminente specialista della cultura Tripillia e direttore del museo, vi ha scoperto cinque statuette femminili in argilla nascoste in una nicchia.
Figure rituali ritrovate nella grotta di Verteba, In Ucraina
Foto: Mykhailo Sokhatskyi
Totem sacri
Secondo i ricercatori la cultura Cucuteni-Tripillia ebbe uno sviluppo considerevole. Alcuni dei suoi insediamenti, come quello di Talianki, erano straordinariamente estesi, perfino più di alcune città-stato dell'antica Sumer, nell'attuale Iraq. I suoi membri praticavano anche una prima forma di agricoltura e addomesticavano gli animali.
Alcuni degli insediamenti della cultura Cucuteni-Tripillia erano straordinariamente estesi
Ciò nonostante si sa molto poco delle pratiche religiose della cultura Cucuteni-Tripillia e anche la scoperta di ceramica è assasi rara. Eppure gli archeologi che hanno scavato nella grotta di Verteba vi hanno trovato un enorme recipiente di argilla contenente del materiale organico, ancora da analizzare.
Vaso d'argilla il cui contenuto dev'essere ancora analizzato dai ricercatori
Foto: Mykhailo Sokhatskyi
È possibile che le statuette localizzate nella grotta fossero usate per qualche tipo di rituale religioso: gli archeologi suggeriscono che possa trattarsi di totem sacri destinati a proteggere le persone. Ma la cosa più strana di tutte è che queste statuette fossero collocate in una nicchia della parete, come per nasconderle: un aspetto particolarmente inusuale in un contesto già poco comune.
«Le statuette femminili non sono rare nel contesto della cultura Tripillia, ne conosciamo moltissime. Ma queste erano anche "protette" dalle zanne di un cinghiale» ha spiegato Mykhailo Sokhatskyi.
Mykhailo Sokhatskyi prende nota delle statuette e degli utensili ritrovati nella grotta di Verteba
Foto: Mykhailo Sokhatskyi
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Un unicum nell'Europa orientale
L'archeologo ha sottolineato l'unicità di questa disposizione, documentata per la prima volta in un sito archeologico dell'Europa orientale. Di solito i resti di cinghiali sono poco frequenti nei giacimenti Cucuteni-Tripillia, e anche se alcune tombe di età del periodo iniziale e medio contengono zanne di cinghiale come parte del corredo funebre, era più comune trovare resti di animali domestici, come mucche, pecore, capre e cani.
Sokhatskyi ha sottolineato l'unicità di questa disposizione, documentata per la prima volta in un sito archeologico dell'Europa dell'est
Secondo Sokhatskyi quello di Verteba è un ritrovamento unico nel suo contesto. Nella grotta sono stati ritrovati anche ornamenti fatti di zanne di cinghiale e strumenti per la fabbricazione di ceramica. Nel 2016 un'altra squadra aveva trovato a Verteba una figuretta di cinghiale modellata in argilla. Tutto ciò fa ritenere che questo animale avesse un valore importante per i tripilliani. A tal proposito Sokhatskyi segnala che sembra che queste persone avessero l'usanza di recuperare tradizioni antiche, per cui è possibile che l'adorazione dle cinghiale abbia avuto una notevole continuità nel tempo tra i frequentatori della grotta di Verteba.
Statuette ritrovate nella grotta ucraina
Foto: Mykhailo Sokhatskyi
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