Immagine panoramica della spiaggia di Omaha
Foto: Pubblico dominio
Il 6 giugno 1944, meglio conosciuto come il D-Day, le forze alleate lanciarono un assalto combinato navale, aereo e terrestre contro la Francia occupata dai nazisti. Noto con il nome in codice di operazione Overlord, lo sbarco alleato sulle coste della Normandia avrebbe segnato l’inizio di una lunga e complessa campagna per liberare il nord-est dell’Europa dall’occupazione tedesca.
L’operazione, una delle più complesse della storia, fu organizzata e condotta facendo attenzione a ogni minimo dettaglio, come in una sala chirurgica. Obiettivo: estirpare il cancro nazista che si stava diffondendo sempre più in Europa. Per farlo, tutto sarebbe dipeso dai primi passi, fondamentali per il successo dell'intera campagna.
Così, nelle prime ore del 6 giugno 1944 le forze aeree alleate si lanciarono in paracadute su diversi punti strategici nel nord della Francia. Poco dopo le truppe terrestri sarebbero sbarcate su cinque spiagge ‒ Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword ‒ dando inizio all’assalto via mare; alla fine della giornata, gli Alleati avevano istituito un punto di appoggio al largo della costa e poterono cominciare ad avanzare verso l’interno della Francia.
Le rotte degli assalti alle coste della Normandia il 6 giugno 1944
Foto: US Department of defense
L’importanza di un nuovo fronte settentrionale
Nel dicembre 1941 gli Alleati identificarono la sconfitta della Germania come il principale obiettivo della Seconda guerra mondiale. Aprire un secondo fronte avrebbe alleggerito la pressione sull’Unione Sovietica a est e la liberazione della Francia avrebbe indebolito la posizione della Germania in Europa occidentale. Se l’invasione avesse avuto successo, la Germania sarebbe stata privata di molte delle sue risorse e avrebbe perso l’accesso a snodi strategici fondamentali. Assicurarsi un corridoio per le truppe e i rifornimenti in Normandia permise agli Alleati di stabilire una presenza sostenibile in nord Europa per la prima volta dal 1940.
Un piano per riconquistare l’Europa
Anche se i piani per invadere l’Europa cominciarono poco dopo l’evacuazione di Dunkerque nel 1940, i dettagliati preparativi per l’operazione Overlord non sarebbero iniziati che dopo la conferenza di Teheran, svoltasi alla fine del 1943, in cui Iosif Stalin, Winston Churchill e Franklin D. Roosevelt strinsero gli accordi per una cooperazione tra Unione Sovietica, Gran Bretagna e Stati Uniti contro i Paesi dell’Asse. Conosciuti come i Tre grandi, per il potere delle nazioni che rappresentavano, i tre leader si sarebbero riuniti soltanto due volte nel corso della Seconda guerra mondiale. Ciò nonostante, le decisioni prese in quelle riunioni avrebbero avuto un impatto diretto sullo svolgimento del conflitto.
Fu così che, sotto il comando del generale statunitense Dwight D. Eisenhower, nel dicembre 1943 si formò la commissione per pianificare le operazioni navali, aeree e terrestri in Normandia. Allo stesso tempo sarebbero state organizzate delle campagne diversive per attirare l’attenzione delle sue forze militari tedesche lontano dalla Francia.
I Tre grandi alla Conferenza di Teheran
Foto: US Army
Per accumulare risorse per l’invasione, le industrie britanniche aumentarono la produzione e nella prima metà del 1944 circa 9 milioni di tonnellate di rifornimenti e attrezzature attraversarono l’Atlantico dal Nord America verso la Gran Bretagna. Un’importante forza canadese si era formata in Gran Bretagna dal dicembre 1939; e tra 1943 e 1944 più di 1,4 milioni di soldati statunitensi giunsero in Europa per partecipare agli sbarchi.
Il D-Day fu la più grande operazione coordinata navale, aerea e terrestre della storia e richiese una cooperazione senza precedenti tra forze armate internazionali. Nel 1944 più di due milioni di soldati di oltre dodici Paesi si trovavano in Gran Bretagna in attesa dell’invasione. Il giorno dello sbarco le forze alleate erano composte soprattutto da truppe statunitensi, britanniche e canadesi, ma inclusero l’appoggio navale, aereo o terrestre di Australia, Belgio, Repubblica Ceca, Olanda, Francia, Grecia, Nuova Zelanda, Norvegia, Rhodesia e Polonia.
Combattimenti subacquei al largo della costa normanna
Foto: Imperial War Museum
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Una battaglia non basta
L’importanza del D-Day spesso eclissa il valore generale di tutta la campagna di Normandia. Il fatto di stabilire un corridoio per le truppe in nord Europa fu fondamentale, ma fu solo il primo passo. Nei tre mesi che seguirono al D-Day gli Alleati lanciarono una serie di ulteriori offensive per farsi strada verso l’interno. I successi delle operazioni variarono e gli Alleati dovettero far fronte a una forte e salda resistenza tedesca. Il bocage ‒ un paesaggio tipico della Normandia caratterizzato da sentieri fiancheggiati da fitte siepi ‒ era difficile da penetrare e costituiva un vantaggio per i difensori tedeschi. Dopo il D-Day, la sanguinosa e prolungata Battaglia di Normandia, in cui gli Alleati ottennero finalmente la vittoria, sarebbe risultata decisiva per lo sviluppo della guerra, spianando il cammino verso la liberazione di gran parte dell’Europa nordoccidentale.
Allo stesso modo, il successo del D-Day fu possibile grazie agli sforzi degli Alleati su tutti i fronti, sia prima sia dopo il giugno 1944. Nell’organizzare il D-Day i comandati alleati tennero conto delle importanti lezioni apprese dai precedenti insuccessi di Dieppe, in Francia, e Anzio, in Italia. Anche la campagna di bombardamenti strategici, cominciata nel 1942, avrebbe indebolito l’industria tedesca e obbligato i nazisti a impiegare lontano dalla Normandia manodopera e risorse vitali per la difesa locale. Assicurarsi il dominio aereo permise agli Alleati di svolgere ricognizioni che fornirono informazioni fondamentali sulle difese costiere del Reich.
Un bombardamento aereo alleato in Normandia
Foto: US National Archives
D’altra parte, il successo dello sbarco dipese anche dal controllo alleato dell’Atlantico, ottenuto finalmente nel 1943 con la vittoria della Battaglia dell’Atlantico. Non meno importanti furono la campagna in Italia, che allontanò le truppe tedesche dai fronti orientale e occidentale, e l’offensiva bielorussa sovietica, nota come Operazione Bagration, lanciata subito dopo Overlord in centro Europa, dove mantenne occupate le forze naziste. Dieci settimane dopo il D-Day gli Alleati diedero inizio a una nuova invasione sulla costa sud della Francia e cominciarono a farsi strada anche in Germania. Con un fronte diviso, i tedeschi non poterono resistere a lungo in una guerra in cui diversi errori di calcolo, tradottosi in uno stillicidio di uomini e risorse, li avrebbero fatti retrocedere davanti alla potenza militare alleata.
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