Ritrovato un edificio sacro nei Sassi di Matera

Nell'area degli scavi di porta Pistola è stato dissotterrato un edificio sacro con un affresco risalente al XVI secolo

Nei giorni scorsi l'ufficio stampa del comune di Matera ha rilasciato un comunicato riguardante le «nuove straordinarie scoperte» che stanno emergendo dagli scavi in corso tra il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso, i rioni di case in tufo scavati nella roccia patrimonio dell'umanità dal 1993. Si tratta di «ritrovamenti di grande valore storico e artistico»: tra gli altri, un edificio sacro, sotterrato per tutta la sua altezza, che presenta un affresco presumibilmente databile al XVI secolo. Il rinvenimento è avvenuto nel corso degli scavi archeologici per la riqualificazione dell'area in cui era precedente stata rinvenuta la chiesa di Sant'Eustachio di Posterga diretti dalla dottoressa Isabella Marchetta.

Vista di Matera, la città dei Sassi

Vista di Matera, la città dei Sassi

Foto: ZUMAPRESS.com / Cordon Press

Un episodio felice di "archeologia preventiva"

Tutto è cominciato con un articolo di Raffaele Paolicelli pubblicato nell'inverno 2017 sulla rivista Mathera. Secondo il testo l’ubicazione della chiesa di Sant'Eustachio de Posterga ‒ di cui si erano perse le tracce dopo i lavori degli anni trenta ‒ non si troverebbe nelle vicinanze della cattedrale, come fino ad allora si era ritenuto, ma nell'odierno piazzale di porta Pistola, nelle immediate vicinanze dell'ex convento di Santa Lucia. La congettura si basava, tra le altre cose, proprio sul nome "Posterga" attribuito alla chiesa: nell’area di porta Pistola, infatti, in epoca medievale era presente una delle porte di accesso alla città, che veniva chiamata “Postierla” o “Postergola”, ovvero "porta di accesso retrostante", in quanto collegava la città al torrente Gravina.

L'amministrazione locale, che stava per procedere alla ripavimentazione dell'area di porta Pistola per costruirvi un parcheggio, ha accolto la richiesta del Comitato Sassi, composto da residenti, di far precedere ai lavori una campagna di scavi, per mettere in luce la stratificazione storico-archeologica della zona e verificare così la teoria di Paolicelli.

Le scoperte tra i Sassi

I lavori sono iniziati alcune settimane fa, e al momento sembrerebbero confermare l'ipotesi di ricollocamento della chiesa. Al centro dell'area di scavo è emerso infatti un edificio sacro piuttosto esteso, dalle pareti interne affrescate. Il primo dipinto identificato rappresenta una crocifissione «molto ben conservata, dai colori brillanti e di una mano molto raffinata, databile, per quanto attualmente visibile, alla seconda metà del 1500», secondo la dichiarazione del soprintendente di archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata, Francesco Canestrini. Accanto a esso sono stati dissotterrati diversi affreschi di scene religiose, che a una prima indagine farebbero pensare a una via crucis.

Affresco rinvenuto nei giorni scorsi a Matera. Risale probabilmente al XVI secolo

Affresco rinvenuto nei giorni scorsi a Matera. Risale probabilmente al XVI secolo

Foto: Ufficio stampa Comune di Matera

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Come affermato in una nota da Antros, editore della rivista Mathera, «il rinvenimento odierno è una insperata conferma delle bontà delle ricerche storiche condotte dal gruppo di studio della rivista tramite fonti archivistiche, bibliografiche e indagini del territorio. La corretta intuizione andrà adesso corroborata e approfondita dall’indagine archeologica e storica che sarà opportunamente eseguita dalla dottoressa Isabella Marchetta».

Durante le indagini sul sito sono state rinvenute inoltre antiche fosse circolari destinate alla conservazione di derrate alimentari e acqua, e lo svuotamento dal terreno di colmatura ha permesso la raccolta di interessanti frammenti ceramici. Un'altra sorpresa emersa in loco riguarda un antico basolato, un poderoso muro di sostegno più arretrato rispetto al muraglione di contenimento già noto, anch'esso di potenza ragguardevole, che affaccia a strapiombo sul torrente Gravina.

Le scoperte archeologiche sono state mostrate il 7 maggio al sindaco, Domenico Bennardi, e al soprintendente Canestrini, che hanno effettuato un sopralluogo sul sito. In quest'occasione il sindaco ha dichiarato: «Quello che è venuto in luce fino ad ora è solo parte di quanto conservato e permette una nuova discussione sui dati relativi alla storia stratificata della nostra città. Un episodio felice di archeologia preventiva che racconta quanto la ricerca storica sia materia dinamica, mai ferma, da esplorare con cura. La sfida che nuovamente abbiamo davanti è quella di coniugare la tutela e la conservazione con la possibilità di valorizzazione e fruizione».

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