
Fotografia dei resti dell’Endurance, affondata nel mare di Weddell nel 1915
Foto: Endurance22
Una squadra di archeologi subacquei che da varie settimane cercava di localizzare i resti dell’Endurance, il vascello della Imperial Trans-Antarctic Expedition sotto il comando di Ernest Shackleton che naufragò nell’Antartide nel 1915 dopo dieci mesi intrappolato nel ghiaccio, ha annunciato al mondo la sua scoperta. La spedizione di ricerca è partita il 5 febbraio 2022 da Città del Capo con questa dichiarazione: «La Falklands Maritime Heritage Trust è lieta di confermare che la spedizione Endurance22, la cui missione è localizzare, studiare e filmare il relitto dell’Endurance, la nave scomparsa del celebre esploratore polare sir Ernest Shackleton, è salpata puntualmente da Città del Capo, diretta verso il mare di Weddell nell’Antartide».
L’Endurance finalmente ritrovata
Così, dopo alcune settimane di ricerca approfondita a bordo della S.A. Agulhas II, gli studiosi sono riusciti a localizzare i resti dell’imbarcazione a circa tremila metri di profondità sul fondo del mare di Weddell, in Antartide, dove tutte le fonti indicavano che era naufragata. I ricercatori sono arrivati nell’area il 17 febbraio e hanno iniziato i lavori di localizzazione del vascello scomparso mediante l’uso di un mini sottomarino. Alla fine, quando tutto sembrava ormai perduto (era stato addirittura annunciato che a causa del maltempo non sarebbero rimasti nell’area per più di sei giorni), sono riusciti a rintracciare l’Endurance.

Immagine dell’Endurance intrappolato nei ghiacci
Foto: Cordon Press
I ricercatori sono arrivati nell’area il 17 febbraio e hanno iniziato i lavori di localizzazione del vascello scomparso mediante l’uso di un mini sottomarino
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L’epica storia di Shackleton
Per contestualizzare uno dei naufragi più noti della storia bisogna tornare indietro di più di un secolo, e in particolare agli anni precedenti al 1914. L’ossessione di Shackleton per il continente ghiacciato rispecchiava un interesse generale. Alcune delle spedizioni più famose per l’Antartide ebbero luogo nei primi anni del XX secolo, e sarebbero culminate con l’epica conquista del Polo Sud a opera della squadra norvegese di Amundsen.
Non si sa che cosa pensò Shackleton quando il capitano Scott, suo compatriota, collega e avversario di Amundsen, non riuscì a tronare vivo da quell’avventura. Il Polo Sud era stato conquistato, ma d’un tratto Ernest Shackleton si sentiva in debito verso l’eredità dell’amico e decise di tornare in quella terra, che per lui era una vecchia conoscenza. Il suo obiettivo era quello di realizzare una traversata del continente antartico. Il piano era di sbarcare nel mare di Weddell e di attraversare il continente per tornare all’oceano attraverso il mare di Ross. La nave che li avrebbe accompagnati in questa rischiosa impresa era la celebre Endurance.
Reclutati con il seguente annuncio: «Cercasi uomini per viaggio rischioso. Paga bassa, freddo glaciale, lunghe ore di completa oscurità. Incolumità e ritorno incerti. Onori e riconoscimenti in caso di successo», i ventotto membri della spedizione imperiale trans-antartica giunsero nelle vicinanze del mare di Weddell il 7 dicembre 1914. Dopo aver cercato di avanzare attraverso gli enormi blocchi compatti di ghiaccio per più di due mesi, verso la metà del febbraio 1915 fu chiaro che l’Endurance era irreversibilmente incastrata nella banchisa.
I resti del vascello comandato da Shackleton si trovano in eccellente stato di conservazione, con il legname intero e il nome ancora chiaramente visibile a poppa, come mostrano le immagini che sono state diffuse. «Senza esagerare, questo è il relitto ligneo meglio conservato che abbia mai visto. Si erge ancora dritto sul fondale marino, intatto e in splendido stato di conservazione. Questo è uno spartiacque della storia polare», ha affermato con entusiasmo Mensum Bound, direttore della spedizione. Il ritrovamento giunge a conclusione di una ricerca iniziata nel 2019 e che è arrivata a superare tutte le aspettative dei membri della spedizione.
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