“Né di venere, né di marte non si sposa né si parte, né si dà principio all'arte” è una frase abbastanza comune, con alcune varianti, in tutta la penisola. Molti hanno paura dei martedì e dei venerdì contrassegnati sul calendario dal numero tredici, molti ridicolizzano tale credenza e molti la ignorano. L'origine di questa superstizione si trova in una serie di riferimenti che risalgono alla mitologia antica, alle religioni abramitiche e ad alcune coincidenze storiche.
Il numero tredici, specialmente quando cade di martedì o di venerdì, in molte culture ha delle connotazioni negative principalmente legate alla religione
Il numero tredici in molte culture ha connotazioni negative principalmente vincolate alla religione. Nella Cabala ebraica gli spiriti maligni sono tredici. Questo numero si associa anche con il montone che Abramo sacrificò a Dio invece del figlio Isacco, ed è per estensione un numero di morte. Ma nel cristianesimo ci sono altri tre elementi che identificano il tredici come numero portatore di malaugurio: tredici erano gli assistenti all'ultima cena; si crede che Gesù sia stato crocifisso un venerdì tredici e, infine, nel libro dell'Apocalisse, l'Anticristo appare nel tredicesimo capitolo. Finanche nella mitologia vichinga troviamo un riferimento alla calamità del numero tredici, traditore e caotico come Loki, il dio al quale veniva associato.
Venerdì 13
Foto: iStock / Olivier Le Moal
Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!
Martedì e venerdì
L'associazione con il martedì 13 e con la disgrazia proviene dalla divinità romana che da il nome a questo giorno: Marte, il signore della guerra. I romani prendevano molto sul serio l'influenza degli dei nella quotidianità e di conseguenza un dio così violento e spesso causa di conflitti non era di certo il più indicato per dare il nome al giorno in cui ci si sposava, si facevano affari o si iniziava qualsiasi attività che avesse bisogno di buoni auspici. La combinazione tra il martedì e il 13 come data simbolo della cattiva sorte proverrebbe dalla fusione della tradizione romana con quella cristiana. Il martedì 13 è anche stato associato con la caduta di Costantinopoli per mano degli ottomani nel 1453, ma è una credenza falsa perché l'assalto finale alla città si produsse il 29 maggio.
D'altra parte, oltre alla crocifissione di Gesù avvenuta secondo alcuni un venerdì 13, bisogna aggiungere anche un altro episodio che di sicuro avvenne nel quinto giorno della settimana, il 13 de ottobre 1307, l'inizio della persecuzione contro i cavalieri templari, che sarebbe culminato nella distruzione dell'ordine stesso.
Oltre al tredici, ci sono altri numeri che portano con sé lo stigma della sfortuna. È il caso del venerdì 17: questa credenza proviene, ancora una volta, dalla cultura romana. Il diciassette in numeri romani si scrive XVII, che anagrammato può leggersi come vixi, vissi (un tempo) e di conseguenza implica la morte. In Giappone e in Cina è invece il numero quattro a portare sfortuna, visto che la sua pronuncia originale è shi, un termine impiegato anche per indicare la morte. Per questo motivo in Giappone venne creata una parola alternativa per questo numero, che passò a chiamarsi yon. Ma di certo, se continuassimo a pensare a tutti gli episodi funesti avvenuti nel corso della storia, praticamente nessun giorno del mese sarebbe esente da colpe.
Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!