Oltreoceano. La crociera aerea del decennale della regia aeronautica

Nell’estate del 1933, novant'anni fa, uno stormo di venticinque idrovolanti guidato da Italo Balbo, ministro dell’aeronautica del regime fascista, volò in formazione da Roma a Chiacago, New York e ritorno, un'impresa mai compiuta prima

Rotta della crociera aerea del decennale della regia aeronautica. 1933

Rotta della crociera aerea del decennale della regia aeronautica. 1933

Foto: Emanuele Mastrangelo CC BY-SA 3.0, https://shorturl.at/hmuRY

«L’ambizione di ogni pilota, dal più novellino al più esperto, è stata ed è di traversare in volo l’Atlantico». Così scrive Italo Balbo all’indomani della crociera aerea del Decennale, una delle più celebri imprese aeronautiche di tutti i tempi. Un volo di massa ideato per celebrare il decimo anniversario della fondazione della regia aeronautica, che nell’estate del 1933 porta Balbo e cento suoi uomini a trasvolare l’oceano Atlantico del nord da Roma a Chicago, New York e ritorno. Nessun paese ha mai compiuto una simile impresa. Per la prima volta un’intera squadriglia di aeroplani sorvola l’Atlantico del Nord ai confini con le zone artiche. La rotta, seppur la più breve verso il Canada e Stati Uniti, è ricca d’insidie. Incorrere in degli incidenti in quel tratto di oceano significherebbe grosse difficoltà per i soccorsi di individuare i superstiti, come già è accaduto con l’incidente del dirigibile Italia di Umberto Nobile nel 1928 al Polo Nord.

L’eco mediatico dell’impresa a livello mondiale è imponente. La meta principale della trasvolata è Chicago, sede dell’esposizione universale A Century of Progress. Il motto della manifestazione, che offre ai Paesi partecipanti – e quindi anche al regime fascista – un’importantissima vetrina internazionale in termini di prestigio e propaganda, è Science Finds, Industry Applies, Man Conforms (La scienza trova, l’industra applica, l’uomo si adatta), e pare quasi cucito addosso a Balbo e ai suoi uomini, rappresentanti di un’Italia che vuole apparire come un Paese moderno, tecnologicamente avanzato e dotato di una potente aeronautica. Dopo Chicago la "centuria alata" degli atlantici, come Balbo definisce il suo squadrone, ammarerà a New York e saranno nuove accoglienze trionfali.

Manifesto dell'esposizione universale di Chicago 'A Century of Progress'. 1933

Manifesto dell'esposizione universale di Chicago 'A Century of Progress'. 1933

Foto: Cordon Press

Una nuova visione dell’aeronautica

Balbo aderisce al fascismo nel 1920. Diviene in breve tempo capo del fascismo ferrarese e figura centrale del feroce squadrismo agrario. È ambizioso e dotato di ottime capacità organizzative. Mussolini lo sceglie come uno dei quadrunviri della marcia su Roma. Il 31 ottobre 1925 diventa sottosegretario all’economia nazionale quando, come ha scritto Paolo Mieli, «abbandona l’irrequietezza iniziale probabilmente in virtù della sua indole refrattaria ad ogni rigidità gerarchica».

L’ascesa politica all’interno del regime è rapida: nel 1926, è sottosegretario alla neonata regia aeronautica e nel 1929 ministro. È allora che Balbo elabora una nuova visione della forza armata. Non più trasvolate in solitaria come quelle di Francesco De Pinedo ed Ernesto Campanelli in Australia e Giappone o di De Pinedo con Carlo Del Prete e Vitale Zacchetti nelle Americhe, bensì crociere aeree di massa: voli compiuti da squadriglie di idrovolanti su lunghe distanze. Balbo rielabora l’aeronautica basandola su una formidabile organizzazione e su un ferreo addestramento degli equipaggi e, come spiega lo storico Edoardo Grassia, impiega il corpo militare in azioni propagandistiche funzionali al fascismo, in cui i ruoli rivestono un ruolo chiave i voli di massa.

Manifesto della crociera aerea del decennale della regia aeronautica, finanziata dal regime fascista, illustrato con il volto di Mussolini. L'XI sta per undicesimo anno dell'"era fascista". Martinati Luigi, XX secolo

Manifesto della crociera aerea del decennale della regia aeronautica, finanziata dal regime fascista, illustrato con il volto di Mussolini. L'XI sta per undicesimo anno dell'"era fascista". Martinati Luigi, XX secolo

Foto: Catalogo Beni Culturali https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0500666088

Manifesto della crociera aerea del decennale della regia aeronautica, finanziata dal regime fascista, illustrato con il volto di Mussolini. L'XI sta per undicesimo anno dell'"era fascista". Martinati Luigi, XX secolo


 

Cento uomini trasvolano l’Atlantico

Orbetello (Grossetto), 1 luglio 1933. Alle 4:37 del mattino la grande impresa aeronautica pianificata da Balbo ha inizio. Il suo idrovolante Savoia-Marchetti S55X (dove la X si riferisce al decimo anno della regia aeronautica) decolla alla testa di altri ventiquattro velivoli identici. Lo squadrone atlantico è diviso in otto stormi da quattro squadriglie con tre apparecchi ciascuna, più un idrovolante con equipaggio di riserva. L’organizzazione è imponente. L’aeronautica allestisce basi temporanee in ogni località di ammaraggio e la regia marina disloca diverse imbarcazioni lungo le rotte oceaniche di andata e ritorno. La prima meta è Amsterdam, dove «vediamo la gente correre e affollarsi per le strade, riempire compatta le piazze e i ponti, infittirsi sui tetti della città», scrive Balbo. La risonanza dell’evento è tale che gli uffici, le scuole e varie fabbriche hanno posticipato l’apertura pomeridiana per permettere a lavoratori e studenti di assistere all’arrivo della squadra atlantica.

Qualcosa però non va come dovrebbe: in fase di ammaraggio un idrovolante cappotta provoncando la morte del motorista Ugo Quintavalle. «E' difficile spiegare la causa dell'incidente, che va attribuito a quell'"imponderabile" tanto spesso fatale, in aviazione. Probabilmente si tratta di un piccolo errore di manovra dovuto al fatto che l'apparecchio e' arrivato troppo "picchiato" sull'acqua, oppure a un corpo galleggiante, un rottame, un pezzo di legno che ha urtato contro lo scafo», avrebbe in seguito affermato Balbo. Eppure la crociera deve continuare. L’indomani all’alba, gli idrovolanti partono verso Londonderry (Irlanda del Nord), da lì decollano poi verso l’Islanda dove ammarano a Reykjavík. Qui, il principale quotidiano islandese Morgunblaðið evidenzia come l’arrivo degli atlantici abbia un’importanza storica per l’Islanda, poiché dimostrerebbe come la nazione possa essere uno scalo nelle rotte aeree transatlantiche. Le autorità islandesi dedicano a Balbo la baia dove ammarano gli italiani, come pure la stazione per idrovolanti costruita nella stessa zona. Da parte sua Balbo fa dono di tre cassette di pesche, rarità assoluta in Islanda, al Primo Ministro e al sindaco di Reykjavík.

Incidente nella prima tappa della crociera aerea del decennale ad Amsterdam in cui perse la vita il motorista Ugo Quintavalle.

Incidente nella prima tappa della crociera aerea del decennale ad Amsterdam in cui perse la vita il motorista Ugo Quintavalle.

Foto: TopFoto.co.uk / Cordon Press

Alle sette del mattino del 12 luglio gli italiani partono verso le coste canadesi del Labrador. È un salto di 2400 chilometri che coprono in dodici ore, gran parte delle quali avvolti dalla nebbia. Alle sette di sera gli aerei sono in vista della terra, un idrovolante americano con a boardo numerosi giornalisti e fotografi va incontro alla squadra atlantica per immortalare il momento dell’arrivo. Cento uomini hanno trasvolato l’Altantico. La stampa canadese celebra l’evento. Gli idrovolanti di Balbo danno visibilità internazionale anche alle piccole comunità dell’immenso Canada toccate dalla rotta del volo. Come il minuscolo villaggio di Cartwright, punto d’arrivo dall’Islanda, o Shoal Harbour nel Newfoundland, null’altro che una manciata di case di cui nessuno probabilmente si preoccuperebbe, e che addirittura intitola a Balbo una strada e una scuola elementare. Gli aviatori ripartono quindi il 13 luglio verso Shediac, il giorno dopo sono a Montréal, dove al sindaco della città giungono moltissimi telegrammi di saluto da parte di numerosi comuni italiani. L’accoglienza nella metropoli canadese è entusiastica. «L’escadrille italienne à Montréal cet après-midi», titola la prima pagina de Le Devoir, giornale in lingua francese, mentre La Patrie offre un dettagliatissimo servizio fotografico sull’arrivo degli atlantici. Chicago è ormai prossima.

Pagina del giornale canadese 'La Patrie' del 15 luglio 1933

Pagina del giornale canadese 'La Patrie' del 15 luglio 1933

Foto: Pubblico dominio

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Chicago, New York, Roma e la Libia

L’accoglienza americana comincia mentre gli idrovolanti sono ancora in volo. Le radio, infatti, trasmettono il saluto di diverse personalità, fra cui Amelia Earhart, l’intrepida aviatrice statunitense che ha sorvolato l’Atlantico nel 1928. Quando la squadra aerea è sopra il cielo di Detroit alcune formazioni statunitensi la raggiungono per una scorta d’onore. Gli atlantici sorvolano gli immensi stabilimenti della Ford, poi Fort Wayne, Michigan City e finalmente appare Chicago. La scena vista dall’alto è incredibile. Lunghe colonne di macchine convergono verso il Navy Pier, luogo prescelto per l’ammaraggio sul lago Michigan davanti al padiglione italiano dell’esposizione universale. «Lo spettacolo è grandioso, la folla è radunata a milioni, il Navy Pier è nereggiante di folla e i clacson delle automobili fanno un fragore d’inferno», annota entusiasta Balbo. Ma la folla è anche sulle strade e sulle imbarcazioni, mentre gli altoparlanti descrivono le fasi dell’ammaraggio e le sirene delle fabbriche fischiano simultaneamente, in cielo diversi dirigibili trascinano striscioni con scritte di benvenuto.

Al Soldier Field Stadium centomila persone, ma altre migliaia sono assiepate all’esterno, salutano calorosamente gli equipaggi. Saranno quattro giorni di intense cerimonie dove la squadra atlantica riceverà grandi onori. Per la numerosa comunità italo-americana è un momento importante, l’impresa degli atlantici è anche vista come una sorta di riscatto. La potente rete dell’associazionismo italo-americano, come indica lo storico Edoardo Grassia, che soprattutto nello stato di New York è guidata da Generoso Pope, è in prima linea nell’organizzare ricevimenti in onore di Balbo e i suoi uomini. Anche in questo caso le onorificenze non mancano: il 15 luglio diventa l’Italo Balbo’s Day, la città gli intitola una strada e l’università cattolica di Chicago gli conferisce la laurea honoris causa in scienze. Ma è tempo di volare su New York, dove la squadra aerea giunge la sera del 19 luglio. Quando gli idrovolanti sorvolano il porto sono salutati dalle sirene delle navi alla fonda, fra cui il transatlantico italiano Rex, che di lì a un mese conquisterà il prestigioso Nastro Azzurro. La folla segue il volo di massa dalle strade, sui tetti dei palazzi, sui balconi. Sbarcati al Floyd Bennet Field, Balbo e i suoi sono accolti dalle autorità. Un corteo di cinquanta automobili li porta all’hotel Ambassador, per un tragitto lungo venti chilometri dove «è allineata una duplice ala di popolo delirante», dirà poi Balbo, che osserva come l’entusiasmo aumenti quando il corteo attraversa la zona bassa di Manhattan, abitata da migliaia di italiani, le cui case sono adornate coi tricolori. Il giorno dopo Balbo è ospite del presidente Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca.

Cartolina commemorativa che ritrae Balbo ospite di una cerimonia Sioux nell'ambito dell'esposizione universale di Chicago del 1933.

Cartolina commemorativa che ritrae Balbo ospite di una cerimonia Sioux nell'ambito dell'esposizione universale di Chicago del 1933.

Foto: Pubblico dominio

Il 21 luglio New York onora gli atlantici con una colossale parata d’onore lungo una sezione di Broadway. Cento macchine, con a bordo tutti gli equipaggi, percorrono a passo d’uomo la via, sommersi da una pioggia di pezzettini e striscioline di carta «talmente fitta che ci copre la vista» scrive meravigliato Balbo. La stampa americana dichiara che la partecipazione popolare eguaglia quella della parata del 1919, organizzata in onore del rientro dei soldati americani dalla guerra. Ai lati delle strade la folla applaude agitando migliaia di bandierine italiane e americane. Quando poi il corteo attraversa i quartieri di Little Italy, l’entusiasmo si fa ancor più forte. Al pomeriggio Balbo parla al Madison Square Garden Bowl, di fronte a circa centomila persone, ma moltissime altre migliaia ascoltano dall’esterno, si rivolge agli «italiani di New York» definendoli «gente nostra d’oltre oceano, ospiti della grande America» a cui chiede di rispettare le sue leggi per essere rispettati e di esaltare, insieme con il tricolore, «la bella bandiera stellata».

Sulla via del ritorno

La squadra atlantica riparte il 25 luglio verso l’Italia. Fa scalo in Canada, poi a Ponta Delgada (Azzorre). Qui, alla ripartenza verso Lisbona, si verifica un altro incidente che costa la vita al tenente Enrico Squaglia e la perdita dell’idrovolante. Il 12 agosto, infine, Balbo e la sua centuria alata ammarano nel lido di Ostia. Hanno volato per 19.900 chilometri. Mussolini nomina Balbo maresciallo dell’aria, riserva grandi onori agli atlantici, che sfilano ai fori imperiali su un tappeto di alloro, e ne elogia l’impresa.

Gli idrovolanti Savoia Marchetti S55X capitanati da Balbo in formazione. 1933

Gli idrovolanti Savoia Marchetti S55X capitanati da Balbo in formazione. 1933

Foto: TopFoto.co.uk / Cordon Press

Ma la realtà è ben diversa: il duce, infatti, mal sopporta l’immensa popolarità ottenuta da Balbo coi suoi voli. La sua fama rischia di mettere in ombra l’immagine stessa di Mussolini poco incline a dividere la scena. Così, a ottobre del 1933 Mussolini allontana Balbo da Roma inviandolo in Libia come governatore e sarà l’inizio della fine. Morirà nei cieli di Tobruk il 28 giugno 1940, a meno di venti giorni dall’ingresso in guerra dell’Italia, su cui era noto il suo dissenso, abbattuto per errore dalla contraerea italiana. Due giorni dopo le forze aeree britanniche paracaduteranno un messaggio sul luogo dello schianto per esprimere «il loro sincero compianto per la morte del maresciallo Balbo» e rendere omaggio a «un valoroso aviatore che la sorte pose in campo avverso».

Per saperne di più:
Italo Balbo e le grandi crociere aeree: 1928-1933. Edoardo Grassia, Mursia, 2021.
Il fascismo in persona. Italo Balbo, la storia e il mito. A cura di Andrea Baravelli, Mimesis, 2021.
La Centuria Alata. Italo Balbo, Mondadori, Milano, 1934.
Italo Balbo. Lo squadrista, l’aviatore, il gerarca. Giorgio Rochat, Utet, 2004.

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