Storica Natale in un'Europa in guerra Alla fine del 1914 erano già trascorsi cinque mesi dallo scoppio della Prima guerra mondiale. In molti avevano creduto che il conflitto sarebbe finito in poco tempo e che a Natale i soldati sarebbero stati di ritorno, eppure durante le feste migliaia di uomini erano ancora nelle trincee Àlex Sala 15 dicembre 2022, 07:00 TAGS Età contemporanea Prima guerra mondiale Leggi l'articolo 1 / 22 1 / 22 Regali di Natale per i soldati In tutti i Paesi che presero parte alla Prima guerra mondiale si organizzarono campagne per distribuire doni di Natale ai soldati che avrebbero passato le feste al fronte. Nell'immagine, il presidente francese Raymond Poincaré (la figura a sinistra) fa visita al magazzino in cui la Camera di commercio di Parigi raccoglieva i regali per i soldati francesi. Era il 21 dicembre 1914. Il giorno dopo il quotidiano Le Temps riportava: «Una gran quantità di pacchetti sono pronti per essere trasportati al fronte; i viticoltori hanno fornito 1.200 bottiglie». Foto: Roger Viollet / Aurimages 2 / 22 Regali re(g)ali Gli ufficiali tedeschi invece ricevettero una confezione di sigarette da parte del kaiser Guglielmo II, mentre ai soldati fu consegnata una pipa. Ai militi britannici venne consegnata una scatolina con della cioccolata, toffees – delle caramelle morbide – e sigarette assieme a un saluto del re Giorgio V: «Che Dio vi protegga e vi riporti a casa sani e salvi». Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 3 / 22 Tacchino al fronte I preparativi per celebrare quel Natale atipico continuavano. Sul fronte settentrionale, dove gli alleati combattevano fianco a fianco, il tipico tacchino di Natale sarebbe stata arrostita attorno a una baionetta dopo la macellazione. Questa fotografia è stata pubblicata sul quotidiano Excelsior venerdì 25 dicembre 1914. Foto: Excelsior / L'Equipe / Roger-Viollet / Cordon Press 4 / 22 La tregua di Natale La storia più famosa del Natale 1914 è la tregua spontanea dichiarata in numerosi punti del fronte, soprattutto quella tra inglesi e tedeschi. Sebbene l'Alto Comando avesse emesso ordini severi contro la fraternizzazione, molti ufficiali fecero finta di non vedere questo cessate il fuoco non ufficiale. Questa immagine tratta da un album fotografico del tenente colonnello del reggimento AF Logan dell'East Surrey era accompagnata da una nota scritta a mano: "Natale 1914. Un colloquio amichevole con il nemico". Foto: National Army Museum 5 / 22 Fraternizzare col nemico La notte di Natale i soldati tedeschi misero le luci agli alberi presenti nelle trincee e cominciarono a intonare canti natalizi, a cui risposero in coro i britannici con i propri canti. Il mattino dopo gruppi di entrambe le potenze si ritrovarono nella terra di nessuno e fraternizzarono per alcune ore. Nell’immagine, soldati londinesi della V brigata dei fucilieri con altri di un reggimento sassone nel bosco di Ploegsteert, sul fronte del Belgio, il giorno di Natale del 1914. Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 6 / 22 Pausa tra battaglie Soldati di entrambe le parti avanzarono dalle rispettive trincee e s'incontrano in territorio neutrale per scambiarsi cibo, tabacco, sigarette, bevande, distintivi e bottoni. Nella foto, un soldato tedesco fa accendere una sigaretta a un inglese. Foto: Bridgeman / ACI 7 / 22 Il mito del calcio Secondo alcune informazioni, pare si sia addirittura giocata una partita di calcio, anche se, se vero, si è trattato di un evento isolato. Non si tratterebbe di una partita in quanto tale, ma di un incontro improvvisato in cui le parti si scambiarono poco più che qualche tiro. Questa fotografia invece ritrae dei soldati britannici mentre giocano una partita il giorno di Natale del 1915. Foto: EMPICS Sports Photo Agency / Cordon Press 8 / 22 Un cessate il fuoco mal visto La tregua natalizia del 1914 non fu ben vista da tutti. Quando la notizia apparve sui giornali, a volte corredata da fotografie, molte persone espressero sdegno per la fraternizzazione con il nemico, e i vertici degli eserciti la considerarono una vera e propria insubordinazione e chiesero spiegazioni. La fotografia in alto è accompagnata dalla didascalia: «Soldati britannici e tedeschi fraternizzano nelle trincee». Immagine pubblicata dopo il Natale del 1914. Foto: Mary Evans P.L. / Cordon Press 9 / 22 Natale senza tregua Negli anni successivi non ebbe luogo nulla che somigliasse alla cessazione delle ostilità del 1914. Il britannico Walter Hare ha ricordato che a Natale «non c'erano tanti bombardamenti, ma non smettevano mai. I bombardamenti e le sparatorie continuarono occasionalmente». Nella foto sono raffigurati due soldati britannici in una trincea. Indossano cappelli realizzati con carta per biscotti natalizi, mentre una sentinella usa uno specchio per sorvegliare il fronte. Foto: Associated Press 10 / 22 Il nemico è il nemico Dopo quanto successe nel Natale 1914, cambiò pure la situazione bellica. Le trincee vennero organizzate in modo più sistematico, affinché fossero protette da un’artiglieria nemica sempre più efficace e letale. Gli ufficiali trattavano le reclute con maggiore durezza e, dopo anni di guerra infinita, queste erano animate da un odio ben più profondo verso gli avversari. Nell’immagine, artiglieri canadesi sul fronte della Somme alla fine del 1916 caricano una bomba con un messaggio per i tedeschi: «A busting time this Christmas», che può essere tradotto con «Buon divertimento questo Natale». Foto: Heritage / Album 11 / 22 Visita ufficiale In un periodo dell'anno così delicato, era molto importante mantenere alto il morale delle truppe. Il kaiser tedesco Guglielmo II (che fa il saluto militare) e suo figlio il principe ereditario Guglielmo, alla sua sinistra, appaiono in questa foto nel corso di unavisita di Natale alle truppe tedesche sul fronte occidentale. Data sconosciuta. Foto: Picture alliance ZB / Cordon Press 12 / 22 Natale nel fango Anche il giorno di Natale le trincee dovevano essere presidiate. Era praticamente impossibile tenerle asciutti e prima di entrare le reclute dovevano indossare stivali di gomma alti fino alla coscia. Nell'immagine, diversi soldati indossano gli stivali di gomma prima di entrare nelle trincee nel Natale del 1916. Foto: TopFoto / Cordon Press 13 / 22 Cena di Natale Alla durezza della guerra si aggiunse il tempo inclemente. Il Natale del 1916 trascorse nel bel mezzo di un terribile inverno: «Il mio pranzo di Natale era una scatoletta di manzo che avevo tirato fuori dalla neve perché i precedenti occupanti della fossa l'avevano scartata», ricorda l'ufficiale britannico William Richards. Altri, più fortunati, riuscirono ad improvvisare almeno un tavolo in trincea. È il caso, sempre nel 1916, del gruppo di soldati inglesi rappresentato nella fotografia. Foto: Print Collector / Heritage Image 14 / 22 Una sala da pranzo improvvisata Nonostante gli orrori della guerra, molti soldati cercavano di mantenere viva l'atmosfera natalizia e improvvisavano pranzi in trincea. Questo gruppo di soldati tedeschi celebra un improvvisato banchetto natalizio sotto un tetto precario. Foto: Associated Press 15 / 22 Messa di Natale sottoterra La battaglia di Verdun, combattuta tra il 21 febbraio e il 18 dicembre 1916, fu la più lunga e sanguinosa della Grande Guerra, anche se il suo esito finale non fu determinante per la contesa. Meno di una settimana dopo la sua conclusione, alcuni soldati francesi si riunirono per celebrare la messa di Natale. La fotografia ritrae la celebrazione a Fort Douaumont, una delle roccaforti sotterranee costruite lungo la linea del fiume Mosa. Foto: Everett Collection / Cordon Press 16 / 22 La messa della vittoria Poche ore dopo, dall'altra parte del continente, August von Mackensen (con un cappello di pelliccia) stava uscendo dalla chiesa dopo la messa mattutina di Natale a Bucarest. La capitale rumena era caduta il 6 dicembre 1916 dopo una brillante campagna guidata da Von Mackensen, che gli valse la promozione a feldmaresciallo. Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 17 / 22 Preparativi nelle retrovie Un alimento che non mancava mai tra le truppe britanniche era il pudding: «L'unica cosa che ricordo del Natale è che mangiavamo il pudding natalizio ogni anno», ha spiegato il sottufficiale britannico Frederick Higgins. Questo piatto veniva preparato settimane prima. L'immagine sopra queste righe mostra i lavoratori della fabbrica alimentare di Cadby Hall in Inghilterra nell'ottobre 1918 che preparano dolci natalizi per le truppe al fronte. Foto: Historic England Heritage Images / Cordon Press 18 / 22 Natale in famiglia I più fortunati riuscirono a ottenere un permesso che gli permetteva di fare ritorno a casa, seppur per un breve periodo. Nell'immagine, diversi soldati dell'esercito britannico comprano il tacchino per mangiarlo insieme alle rispettive famiglie nelle Highlands scozzesi, nel Natale 1915. Foto: The Print Collector / Heritage Images / Cordon Press 19 / 22 Licenza Un soldato britannico in licenza osserva una vetrina allestita con addobbi natalizi insieme a suo figlio. Londra, 1917. Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 20 / 22 Ultimo incontro? Molti soldati videro le proprie famiglie per l'ultima volta in occasione del Natale. L'immagine in alto immortala una delle ultime occasioni in cui la recluta H.R. Cade fece ritorno a casa per Natale. Il soldato sarebbe morto il 31 luglio 1917 nella battaglia di Ypres. Foto: TopFoto / Cordon Press 21 / 22 Feriti di guerra Le infermiere che negli ospedali si occupavano dei feriti di guerra fecero in modo che il giorno di Natale ci fosse almeno un piccolo festeggiamento. Louie Johnson, un’infermiera inglese, ricordava che i cittadini le porgevano regalini o denaro per comprare presenti e darli ai feriti: un pacchetto di sigarette o una sciarpa, in caso potessero uscire. Anna von Mildenburg, una cantante d’opera austriaca, prestò servizio come infermiera durante la guerra e ricordava così il Natale del 1914: «Mi rimarrà sempre impresso nella memoria come ci trovammo in mezzo ai soldati, con le mani fervidamente unite, e accanto all’albero di Natale cantavamo a voce bassa l’amata canzone, chiedendo con ardore: “Pace in terra agli uomini”». La foto raffigura un ospedale di Berlino nel Natale del 1914. Vi compaiono un’infermiera che decora un albero e un’altra che offre dolci a un ferito. Foto: Alamy / Cordon Press 22 / 22 Regali per i feriti Louie Johnson, un’infermiera inglese, ricordava che i cittadini le porgevano regalini o denaro per comprare presenti e darli ai feriti: un pacchetto di sigarette o una sciarpa, in caso potessero uscire. Questa immagine, che mostra un'infermiera che distribuisce doni all'ospedale americano di Parigi, fu pubblicata il 29 dicembre 1914 sul quotidiano Excelsior. Foto: Excelsior / L'Equipe / Roger-Viollet / Cordon Press Natale in un'Europa in guerra Per rimanere aggiornato e ricevere gli articoli di Storica direttamente sulla tua email, iscriviti QUI alla nostra newsletter settimanale! TAGS Età contemporanea Prima guerra mondiale Condividi LEGGI L'ARTICOLO GUARDA LE FOTOGRAFIE
Natale in un'Europa in guerra Alla fine del 1914 erano già trascorsi cinque mesi dallo scoppio della Prima guerra mondiale. In molti avevano creduto che il conflitto sarebbe finito in poco tempo e che a Natale i soldati sarebbero stati di ritorno, eppure durante le feste migliaia di uomini erano ancora nelle trincee Àlex Sala 15 dicembre 2022, 07:00 TAGS Età contemporanea Prima guerra mondiale Leggi l'articolo 1 / 22 1 / 22 Regali di Natale per i soldati In tutti i Paesi che presero parte alla Prima guerra mondiale si organizzarono campagne per distribuire doni di Natale ai soldati che avrebbero passato le feste al fronte. Nell'immagine, il presidente francese Raymond Poincaré (la figura a sinistra) fa visita al magazzino in cui la Camera di commercio di Parigi raccoglieva i regali per i soldati francesi. Era il 21 dicembre 1914. Il giorno dopo il quotidiano Le Temps riportava: «Una gran quantità di pacchetti sono pronti per essere trasportati al fronte; i viticoltori hanno fornito 1.200 bottiglie». Foto: Roger Viollet / Aurimages 2 / 22 Regali re(g)ali Gli ufficiali tedeschi invece ricevettero una confezione di sigarette da parte del kaiser Guglielmo II, mentre ai soldati fu consegnata una pipa. Ai militi britannici venne consegnata una scatolina con della cioccolata, toffees – delle caramelle morbide – e sigarette assieme a un saluto del re Giorgio V: «Che Dio vi protegga e vi riporti a casa sani e salvi». Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 3 / 22 Tacchino al fronte I preparativi per celebrare quel Natale atipico continuavano. Sul fronte settentrionale, dove gli alleati combattevano fianco a fianco, il tipico tacchino di Natale sarebbe stata arrostita attorno a una baionetta dopo la macellazione. Questa fotografia è stata pubblicata sul quotidiano Excelsior venerdì 25 dicembre 1914. Foto: Excelsior / L'Equipe / Roger-Viollet / Cordon Press 4 / 22 La tregua di Natale La storia più famosa del Natale 1914 è la tregua spontanea dichiarata in numerosi punti del fronte, soprattutto quella tra inglesi e tedeschi. Sebbene l'Alto Comando avesse emesso ordini severi contro la fraternizzazione, molti ufficiali fecero finta di non vedere questo cessate il fuoco non ufficiale. Questa immagine tratta da un album fotografico del tenente colonnello del reggimento AF Logan dell'East Surrey era accompagnata da una nota scritta a mano: "Natale 1914. Un colloquio amichevole con il nemico". Foto: National Army Museum 5 / 22 Fraternizzare col nemico La notte di Natale i soldati tedeschi misero le luci agli alberi presenti nelle trincee e cominciarono a intonare canti natalizi, a cui risposero in coro i britannici con i propri canti. Il mattino dopo gruppi di entrambe le potenze si ritrovarono nella terra di nessuno e fraternizzarono per alcune ore. Nell’immagine, soldati londinesi della V brigata dei fucilieri con altri di un reggimento sassone nel bosco di Ploegsteert, sul fronte del Belgio, il giorno di Natale del 1914. Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 6 / 22 Pausa tra battaglie Soldati di entrambe le parti avanzarono dalle rispettive trincee e s'incontrano in territorio neutrale per scambiarsi cibo, tabacco, sigarette, bevande, distintivi e bottoni. Nella foto, un soldato tedesco fa accendere una sigaretta a un inglese. Foto: Bridgeman / ACI 7 / 22 Il mito del calcio Secondo alcune informazioni, pare si sia addirittura giocata una partita di calcio, anche se, se vero, si è trattato di un evento isolato. Non si tratterebbe di una partita in quanto tale, ma di un incontro improvvisato in cui le parti si scambiarono poco più che qualche tiro. Questa fotografia invece ritrae dei soldati britannici mentre giocano una partita il giorno di Natale del 1915. Foto: EMPICS Sports Photo Agency / Cordon Press 8 / 22 Un cessate il fuoco mal visto La tregua natalizia del 1914 non fu ben vista da tutti. Quando la notizia apparve sui giornali, a volte corredata da fotografie, molte persone espressero sdegno per la fraternizzazione con il nemico, e i vertici degli eserciti la considerarono una vera e propria insubordinazione e chiesero spiegazioni. La fotografia in alto è accompagnata dalla didascalia: «Soldati britannici e tedeschi fraternizzano nelle trincee». Immagine pubblicata dopo il Natale del 1914. Foto: Mary Evans P.L. / Cordon Press 9 / 22 Natale senza tregua Negli anni successivi non ebbe luogo nulla che somigliasse alla cessazione delle ostilità del 1914. Il britannico Walter Hare ha ricordato che a Natale «non c'erano tanti bombardamenti, ma non smettevano mai. I bombardamenti e le sparatorie continuarono occasionalmente». Nella foto sono raffigurati due soldati britannici in una trincea. Indossano cappelli realizzati con carta per biscotti natalizi, mentre una sentinella usa uno specchio per sorvegliare il fronte. Foto: Associated Press 10 / 22 Il nemico è il nemico Dopo quanto successe nel Natale 1914, cambiò pure la situazione bellica. Le trincee vennero organizzate in modo più sistematico, affinché fossero protette da un’artiglieria nemica sempre più efficace e letale. Gli ufficiali trattavano le reclute con maggiore durezza e, dopo anni di guerra infinita, queste erano animate da un odio ben più profondo verso gli avversari. Nell’immagine, artiglieri canadesi sul fronte della Somme alla fine del 1916 caricano una bomba con un messaggio per i tedeschi: «A busting time this Christmas», che può essere tradotto con «Buon divertimento questo Natale». Foto: Heritage / Album 11 / 22 Visita ufficiale In un periodo dell'anno così delicato, era molto importante mantenere alto il morale delle truppe. Il kaiser tedesco Guglielmo II (che fa il saluto militare) e suo figlio il principe ereditario Guglielmo, alla sua sinistra, appaiono in questa foto nel corso di unavisita di Natale alle truppe tedesche sul fronte occidentale. Data sconosciuta. Foto: Picture alliance ZB / Cordon Press 12 / 22 Natale nel fango Anche il giorno di Natale le trincee dovevano essere presidiate. Era praticamente impossibile tenerle asciutti e prima di entrare le reclute dovevano indossare stivali di gomma alti fino alla coscia. Nell'immagine, diversi soldati indossano gli stivali di gomma prima di entrare nelle trincee nel Natale del 1916. Foto: TopFoto / Cordon Press 13 / 22 Cena di Natale Alla durezza della guerra si aggiunse il tempo inclemente. Il Natale del 1916 trascorse nel bel mezzo di un terribile inverno: «Il mio pranzo di Natale era una scatoletta di manzo che avevo tirato fuori dalla neve perché i precedenti occupanti della fossa l'avevano scartata», ricorda l'ufficiale britannico William Richards. Altri, più fortunati, riuscirono ad improvvisare almeno un tavolo in trincea. È il caso, sempre nel 1916, del gruppo di soldati inglesi rappresentato nella fotografia. Foto: Print Collector / Heritage Image 14 / 22 Una sala da pranzo improvvisata Nonostante gli orrori della guerra, molti soldati cercavano di mantenere viva l'atmosfera natalizia e improvvisavano pranzi in trincea. Questo gruppo di soldati tedeschi celebra un improvvisato banchetto natalizio sotto un tetto precario. Foto: Associated Press 15 / 22 Messa di Natale sottoterra La battaglia di Verdun, combattuta tra il 21 febbraio e il 18 dicembre 1916, fu la più lunga e sanguinosa della Grande Guerra, anche se il suo esito finale non fu determinante per la contesa. Meno di una settimana dopo la sua conclusione, alcuni soldati francesi si riunirono per celebrare la messa di Natale. La fotografia ritrae la celebrazione a Fort Douaumont, una delle roccaforti sotterranee costruite lungo la linea del fiume Mosa. Foto: Everett Collection / Cordon Press 16 / 22 La messa della vittoria Poche ore dopo, dall'altra parte del continente, August von Mackensen (con un cappello di pelliccia) stava uscendo dalla chiesa dopo la messa mattutina di Natale a Bucarest. La capitale rumena era caduta il 6 dicembre 1916 dopo una brillante campagna guidata da Von Mackensen, che gli valse la promozione a feldmaresciallo. Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 17 / 22 Preparativi nelle retrovie Un alimento che non mancava mai tra le truppe britanniche era il pudding: «L'unica cosa che ricordo del Natale è che mangiavamo il pudding natalizio ogni anno», ha spiegato il sottufficiale britannico Frederick Higgins. Questo piatto veniva preparato settimane prima. L'immagine sopra queste righe mostra i lavoratori della fabbrica alimentare di Cadby Hall in Inghilterra nell'ottobre 1918 che preparano dolci natalizi per le truppe al fronte. Foto: Historic England Heritage Images / Cordon Press 18 / 22 Natale in famiglia I più fortunati riuscirono a ottenere un permesso che gli permetteva di fare ritorno a casa, seppur per un breve periodo. Nell'immagine, diversi soldati dell'esercito britannico comprano il tacchino per mangiarlo insieme alle rispettive famiglie nelle Highlands scozzesi, nel Natale 1915. Foto: The Print Collector / Heritage Images / Cordon Press 19 / 22 Licenza Un soldato britannico in licenza osserva una vetrina allestita con addobbi natalizi insieme a suo figlio. Londra, 1917. Foto: Topham picturepoint / Cordon Press 20 / 22 Ultimo incontro? Molti soldati videro le proprie famiglie per l'ultima volta in occasione del Natale. L'immagine in alto immortala una delle ultime occasioni in cui la recluta H.R. Cade fece ritorno a casa per Natale. Il soldato sarebbe morto il 31 luglio 1917 nella battaglia di Ypres. Foto: TopFoto / Cordon Press 21 / 22 Feriti di guerra Le infermiere che negli ospedali si occupavano dei feriti di guerra fecero in modo che il giorno di Natale ci fosse almeno un piccolo festeggiamento. Louie Johnson, un’infermiera inglese, ricordava che i cittadini le porgevano regalini o denaro per comprare presenti e darli ai feriti: un pacchetto di sigarette o una sciarpa, in caso potessero uscire. Anna von Mildenburg, una cantante d’opera austriaca, prestò servizio come infermiera durante la guerra e ricordava così il Natale del 1914: «Mi rimarrà sempre impresso nella memoria come ci trovammo in mezzo ai soldati, con le mani fervidamente unite, e accanto all’albero di Natale cantavamo a voce bassa l’amata canzone, chiedendo con ardore: “Pace in terra agli uomini”». La foto raffigura un ospedale di Berlino nel Natale del 1914. Vi compaiono un’infermiera che decora un albero e un’altra che offre dolci a un ferito. Foto: Alamy / Cordon Press 22 / 22 Regali per i feriti Louie Johnson, un’infermiera inglese, ricordava che i cittadini le porgevano regalini o denaro per comprare presenti e darli ai feriti: un pacchetto di sigarette o una sciarpa, in caso potessero uscire. Questa immagine, che mostra un'infermiera che distribuisce doni all'ospedale americano di Parigi, fu pubblicata il 29 dicembre 1914 sul quotidiano Excelsior. Foto: Excelsior / L'Equipe / Roger-Viollet / Cordon Press Natale in un'Europa in guerra Per rimanere aggiornato e ricevere gli articoli di Storica direttamente sulla tua email, iscriviti QUI alla nostra newsletter settimanale! TAGS Età contemporanea Prima guerra mondiale Condividi