Ciarlatano e disonesto per i suoi detrattori, Franz Anton Mesmer godette tuttavia di grande fama e lasciò ai posteri l’onere di un giudizio sulla sua figura complessa ed enigmatica. Sono ormai celebri i suoi contributi quale precursore della psicoanalisi e della psicoterapia. Nel saggio Franz Anton Mesmer (1931), Stefan Zweig lo comparò addirittura a Cristoforo Colombo, perché aveva inconsapevolmente scoperto un nuovo mondo: l’inconscio.
Franz Anton Mesmer, il medico tedesco, in un’incisione colorizzata della fine del XVIII secolo
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Mesmer nacque il 23 maggio del 1734 a Iznang, sulle sponde del lago di Costanza, in Germania. Figlio di un guardiacaccia dell’arcivescovado, frequentò corsi di teologia e si addottorò in filosofia, diritto e medicina. Nel 1768 sposò una ricca vedova. Musico virtuoso ed eclettico erudito, ospitava salotti intellettuali e serate musicali a cui parteciparono Mozart – che lo omaggerà poi in Così fan tutte – Haydn, Gluck e altri compositori dell’epoca. A Vienna Mesmer si dedicò a studiare l’influenza del magnetismo sulle persone. Verso la fine del 1774 si affidò alle sue cure Franziska Österlin, che Mesmer sottopose a un trattamento di correnti magnetiche. Il medico attribuì il miglioramento della ragazza non solo ai magneti, ma pure all’energia canalizzata da lui stesso in qualità di magnetizzatore. L’osservazione lo portò quindi a una scoperta: l’esistenza di un “fluido universale” che agiva sul corpo permettendone la guarigione. Il medico chiamò tale energia “magnetismo animale” per differenziarla dal magnetismo delle calamite.
I primi successi
Nel 1775 l’Accademia delle scienze di Monaco lo invitò a esprimersi riguardo a una serie di esorcismi praticati da padre Johann Joseph Gassner. Davanti al principe elettore della Baviera, Mesmer sostenne che le cure erano davvero miracolose aggiungendo, tuttavia, che esse non dipendevano da alcun esorcismo, bensì dal fatto che, senza saperlo, il sacerdote applicava il magnetismo animale. Con la sua affermazione, Mesmer rivendicò il carattere razionalista, laicizzante e illuminato della teoria da lui propugnata. Venne perciò eletto membro dell’Accademia e ottenne l’agognato, seppur effimero, riconoscimento della comunità scientifica. Nel 1777, di nuovo a Vienna, Mesmer accolse nel suo studio una famosa pianista, Maria Theresia von Paradis, di 18 anni, cieca da quando ne aveva quattro. Con grande sorpresa, dopo aver iniziato il trattamento la giovane recuperò parzialmente la vista. Ciononostante, Mesmer venne accusato di frode da rivali potenti, come il medico di corte Jan Ingenhousz. Non solo: il padre di Maria Theresia, che temeva di perdere le attenzioni imperiali e il successo di pubblico in seguito alle pratiche cui si era sottoposta la figlia, irruppe in casa del medico con la spada sguainata. Su richiesta dell’imperatrice Maria Teresa e dell’arcivescovo di Vienna, il protomedico di corte (a cui spettava la tutela della professione) ordinò quindi a Mesmer di cessare il trattamento e di mettere fine a quello che, in molti, consideravano un inganno.
Verso Parigi
Dopo il grande fallimento Mesmer abbandonò Vienna e nel 1778 si trasferì a Parigi, dove sperava di ottenere la fama negatagli in patria. Messe in allerta dalle analoghe istituzioni austriache, l’Accademia delle scienze e la Società reale di medicina chiusero la porta in faccia alle sue aspirazioni. Per vendicarsi Mesmer si procurò ben presto il sostegno dei pazienti e dell’opinione pubblica. La mesmeromania si diffuse nella società parigina, e nel suo lussuoso studio terapeutico nell’Hôtel Bouillon affluì una clientela variegata e sempre più numerosa.
Caricatura che ironizza sulle terapie di Mesmer
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Qui Mesmer sperimentò il celebre baquet, una macchina magnetica di sua invenzione. Questa sorta di condensatore magnetico era una tinozza di forma circolare, o ellittica, al cui interno venivano poste l’acqua magnetizzata e alcune sbarre metalliche che trasmettevano il fluido universale ai malati. Legati tra di loro con una corda, i pazienti formavano una catena umana attorno alla tinozza o a un albero magnetizzato affinché venisse potenziata la forza guaritrice del magnetismo animale e le sedute assumessero la dimensione di terapia collettiva. I malati, per la maggior parte donne, andavano incontro a svenimenti, convulsioni o sogni ipnotici, e venivano poi condotti nella “sala delle crisi”. Non mancarono, però, le satire, che attribuivano la catarsi alla presunta pratica erotica e ai palpeggiamenti avvenuti durante le sedute.
Dopo le proficue cure di Parigi, Mesmer si sentì sufficientemente affermato per dare una svolta radicale alla sua posizione medica e politica: da sostenitore dei governi assolutisti ne divenne antagonista. Nel 1781 la regina Maria Antonietta gli offrì una rendita annuale purché insegnasse il magnetismo animale secondo le linee guida fornite dalla corona. Mesmer rifiutò il contratto e volle che il governo riconoscesse la validità della sua dottrina. In una lettera rivolta alla regina dichiarò che l’opinione pubblica era al di sopra dei re e annunciò la sua intenzione di abbandonare Parigi.
L'unico esemplare di 'baquet' pervenuto fino ai nostri giorni
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Tuttavia vi fece presto ritorno per fondare la Società dell’armonia universale, i cui membri dovevano versare cento luigi d’oro per essere iniziati al mesmerismo. La società, legata alla massoneria, si espanse in Francia e in alcuni suoi possedimenti coloniali, come Santo Domingo. Attirò nobili, borghesi, preti, medici, avvocati, funzionari, semplici cittadini e schiavi, e liberò definitivamente Mesmer dal controllo della monarchia e delle istituzioni scientifiche.
Amico della Rivoluzione
Nell’agosto del 1784 due commissioni reali composte da membri della facoltà di medicina e dell’Accademia delle scienze, tra cui Benjamin Franklin, l’astronomo Bailly, il chimico Lavoisier e il medico Guillotin – inventore dello strumento con cui avrebbero decapitato il re, Bailly e Lavoisier – sentenziarono l’inefficacia terapeutica del mesmerismo.
Mesmer, di spalle, durante una seduta di terapia a Parigi attorno a un grande baquet magnetico a forma di ellisse
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La pubblicazione del documento ufficiale, dato alle stampe in 20mila esemplari, sfociò in polemiche appassionate e in una guerra di pamphlet tra sostenitori e detrattori del magnetismo animale. Poiché aveva sfidato apertamente le istituzioni dell’Ancien Régime, il mesmerismo assunse importanza politica e si affermò sulla scena sociale precedente alla Rivoluzione francese.
Quando tornò a Parigi nel 1788, lo stesso Mesmer ostentò simpatie per i focolai di agitazione rivoluzionaria e si schierò dalla parte dei giacobini di Vienna. Nel 1802 redasse persino un progetto di costituzione per la repubblica elvetica. In alcune memorie sulle scoperte scientifiche (1799) e in altri scritti, Mesmer illustrò il suo pensiero sull’uomo, la morale e la politica. Secondo lui, gli esseri viventi sono animati dal magnetismo animale, principio di vita che converge in un invisibile fluido universale e li vincola agli astri.
Oltre ai cinque sensi, esiste un altro senso interno (o istinto), capace di captare l’armonia universale e restituire la salute ai malati. Quando il fluido si blocca o non scorre bene, causa una malattia. L’armonia fisica deve inoltre corrispondere a un’armonia sociale. La libertà è necessaria per la felicità come per la salute, e la repubblica deve reggersi sulla sovranità dei cittadini, nonché su un patto volto al benessere di tutti.
Contrario alla pena di morte, Mesmer attribuiva un ruolo essenziale all’educazione e si batté per il riconoscimento dei diritti infantili. I suoi apporti teorici e i suoi insegnamenti suscitano ancora oggi l’interesse degli studiosi di medicina, politica, filosofia e letteratura.