L'origine storica dell'albero di Natale

Il cristianesimo adottò e trasformò i costumi pagani del culto degli alberi sacri

Geremia, il profeta del VII secolo a.C., dice che "i costumi dei popoli sono vanità;" perché un legno "lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e coi martelli perché non si muova.". Geremia si riferisce alla vanità di adorare "oggetti privi di valore" propria delle popolazioni pagane, invece di venerare il Signore, il "vero Dio".

L'albero di Natale come lo conosciamo oggi non esisteva ai tempi di Geremia, ma i suoi versetti tramandano un'usanza ancestrale: tagliare un albero per adornarlo, o, come facevano i babilonesi, per lasciarvi sotto dei regali. Tertulliano, un cristiano che visse tra il II e il III secolo d.C., critica i culti romani pagani, imitati anche da alcuni cristiani dell'epoca, di appendere alloro sulle porte delle case e accendere lumi durante le festività invernali. I romani adornavano le strade durante i Saturnali – un ciclo di festività che in epoca imperiale si svolgevano dal 17 al 23 dicembre –, ma furono soprattutto i celti che rispettavano la tradizione di decorare le querce con frutta e candele durante il solstizio d'inverno. Era un modo di riportare alla vita l'albero e, così facendo, di assicurarsi che, dopo l'inverno, il sole e la vegetazione avrebbero fatto ritorno. Anche allora infatti, l'albero era considerato il simbolo di fertilità e di rigenerazione per eccellenza.

Martin Lutero davanti a un albero di Natale decorato con candele. Incisione del 1850 circa

Martin Lutero davanti a un albero di Natale decorato con candele. Incisione del 1850 circa

Foto: The Granger Collection, New York / Cordon Press

Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!

Tallinn e Riga si contendono il primo albero di Natale

Il cristianesimo, vista l'impossibilità di sradicare questi riti pagani, li adottò e li trasformò. Secondo la leggenda, nell'VIII secolo, nella regione di Hesse, nel centro della Germania, esisteva un'enorme quercia consacrata al dio Thor. Ogni anno, durante il solstizio d'inverno, veniva offerto un sacrificio. Ma, davanti agli sguardi attoniti degli abitanti del posto, un missionario di nome Bonifacio abbatté l'albero e, dopo aver letto alcuni passi del vangelo, offrì in cambio un abete, un albero di pace che «rappresenta la vita eterna perché le sue foglie sono sempre verdi» e perché la sua cima «indica il cielo».

Da allora, durante il Natale prese piede la tradizione di tagliare abeti e di collocarli sui tetti delle case ma, per qualche strana ragione, a testa in giù. Si racconta che il teologo Martin Lutero collocò delle candele sui rami degli alberi perché brillassero come stelle nelle notti d'inverno. Due città baltiche si contendono il primato di aver posto il primo albero di Natale in piazza: Tallinn (Estonia) nel 1441 e Riga (Lettonia) nel 1510. In questa seconda località il primo albero di Natale venne decorato con rose artificiali da un gruppo di commercianti, che scelsero di porlo nella piazza del mercato. Grandi e piccini ballarono intorno all'albero e poi gli diedero fuoco, ma ormai la tradizione natalizia più magica era penetrata nella cultura popolare.

Pubblicità di un accenditoio del tardo XIX secolo, utile per accendere, tra le altre cose, le candele che decorano l'albero di Natale

Pubblicità di un accenditoio del tardo XIX secolo, utile per accendere, tra le altre cose, le candele che decorano l'albero di Natale

Foto: Mary Evans P.L. / Cordon Press

Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!

Condividi

¿Deseas dejar de recibir las noticias más destacadas de Storica National Geographic?