In guardia! La moda del duello nel XVII secolo

In paesi come la Francia i gentiluomini si battevano in un duello in seguito alla minore offesa al proprio onore, nonostante la leggi lo proibissero

Il 12 maggio 1627, alle due del pomeriggio, il conte di Bouteville e il marchese di Beuvron si incontrarono in una piazza del centro di Parigi per battersi a duello. Bouteville, di 27 anni, era uno spadaccino consumato e aveva già combattuto una ventina di incontri di questo tipo, in cui erano morti almeno due avversari. Una delle vittime era parente di Beuvron, e per vendicarlo questi aveva trascorso gli ultimi mesi cercando di provocare uno scontro con il conte.

Duello a Pont Neuf, Parigi. 1665-1670. Museo Carnavalet, Parigi

Duello a Pont Neuf, Parigi. 1665-1670. Museo Carnavalet, Parigi

Foto: Bridgeman / Index

Stabilito il luogo e l’ora dell’incontro, i due si presentarono accompagnati da una coppia di testimoni. Si batterono in maniche di camicia, prima con la spada e il pugnale e dopo solo con quest’ultimo. Quando erano avvinti e avevano il pugnale uno sulla gola dell’altro, decisero di considerarsi soddisfatti. Intanto i loro compagni avevano dato vita a un altro combattimento che causò una vittima e un ferito.

I contemporanei credevano che in Francia si vivesse un’autentica febbre del duello

Nei primi decenni del XVII secolo questo tipo di episodi erano abituali a Parigi e in molte altre città francesi. Anche nel resto d’Europa erano frequenti, ma sembra che in Francia si vissse un’autentica febbre del duello. È possibile spiegare il fenomeno in base alla libertà che ebbero i mobili francesi durante le guerre di religione (1562-1698) e anche sotto il governo di due regine reggenti, nel 1610-1617 e 1643-1661, precisamente il periodo in cui erano ambientati romanzi come I tre Moschettieridi Alexandre Dumas.

Duello o omicidio?

Esistevano diversi tipi di duello. A volte potevano essere frutto di un incontro casuale (in francese ci si riferiva a questo tipo di duello come rencontre) e avevano luogo senza eccessivi preparativi. Per esempio, nel 1613, un certo Cavaliere di Guisa, passeggiando una mattina in via Saint-Honoré di Parigi incontrò il Barone di Luz, che tempo prima aveva parlato male di suo padre. Guisa smontò dal cavallo, impugnò la spada e invitò il suo avversario a fare lo stesso. Il barone – un uomo maturo – riuscì appena a fare fronte al giovane e impetuoso Guisa prima di venire trapassato da una sola stoccata. In questo caso più che di un duello si trattò di un omicidio a sangue freddo.

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I duelli erano generalmente regolati da una serie di rituali. Uno era la sfida. In caso di macchia al proprio onore, l’offeso poteva sfidare a duello colui che lo aveva schernito: poteva essere una sfida lanciata a parole o, più comunemente, in maniera fisica, con uno schiaffo. Si poteva anche sfidare a duello per iscritto servendosi di biglietti o lettere. Per esempio, il figlio del barone di Luz, dopo aver sepolto suo padre, ordinò al suo scudiero di recarsi a casa del Cavaliere di Guisa a presentare una lettera di sfida che diceva: «Signore, vi invito con questo biglietto a farmi l’onore di incontrarmi con la spada in mano per fare giustizia della morte di mio padre. Questo gentiluomo [lo scudiero] vi condurrà nel luogo dove mi trovo, con un buon cavallo e due spade, delle quali potrete scegliere quella che più vi aggrada». Il duello ebbe luogo e il cavaliere, dopo aver ucciso il padre, fece lo stesso con il figlio.

'Il duello'. Illustrazione del 1882 firmata da Howard Pyle. Rappresenta un duello del XVII secolo

'Il duello'. Illustrazione del 1882 firmata da Howard Pyle. Rappresenta un duello del XVII secolo

Foto: The Granger Collection, New York / Cordon Press

Come luogo di combattimento di solito si sceglieva qualche punto nei dintorni della città, al riparo dallo sguardo delle autorità; a Parigi, il Pré-aux-Clercs era molto conosciuto come luogo di duelli. Ma questi potevano avere luogo anche in città e in pieno giorno. Negli anni 30 del XVII secolo il cardinale Richelieu si lamentava del fatto che «i duelli sono diventati così comuni in Francia che le strade iniziano a essere usate come campi di battaglia».

Il duello con armi da fuoco non era ben visto perché non permetteva agli aristocratici di mostrare il loro coraggio

Di solito i duellanti combattevano “in camicia”, lasciando il busto esposto alla spada del rivale. Di conseguenza era proibito indossare armature, come si faceva piuttosto nei duelli tra cavalieri medievali, anche se si sa di più di un caso documentato di duellanti che cercarono di nascondere una corazza sotto le vesti e che furono sorpresi dai testimoni dell’avversario. I combattimenti di solito si svolgevano a piedi, ma in alcuni casi si montava a cavallo. Riguardo alle armi, si evitava di scegliere le armi da fuoco, che contraddicevano l’ideale del coraggio personale proprio dell’aristocrazia. Si sa però di diversi casi di duello con pistola, sicuramente perché si prestava al combattimento corpo a corpo. In ogni caso, l’arma preferita era la spada, in qualsiasi delle sue versioni, anche se la più apprezzata era la rapière, o striscia, la più mortale che, d’altro canto, non mutilava né sfigurava il volto del rivale. A volte si controllava che le spade avessero la stessa lunghezza, ma nella maggior parte delle occasioni gli avversari si lanciavano in combattimento senza indugi per non essere tacciati di codardi.

​Elsa d'oro di una spada striscia, rapière in francese, appartenuta all'imperatore del Sacro romano impero Massimiliano II (1527-1576)

​Elsa d'oro di una spada striscia, rapière in francese, appartenuta all'imperatore del Sacro romano impero Massimiliano II (1527-1576)

Foto: The Granger Collection, New York / Cordon Press

Il furore dei seguaci

Un’altra novità nei duelli del XVII secolo fu la figura dei testimoni o padrini. In francese si chiamavano «secondi» e non si limitavano ad accompagnare i duellanti e controllare che si rispettassero le regole, ma combattevano anche tra di loro. Curiosamente, se un secondo batteva il suo rivale, poteva accorrere in aiuto del duellante che accompagnava, anche se lo scontro diventava un due contro uno.

C’erano poi alcune regole che tendevano ad evitare gli esiti fatali di un duello. Oltre alla possibilità di riconciliarsi prima di incrociare le lame, i duellanti potevano anche ritenersi soddisfatti nel momento in cui uno dei due feriva leggermente l’altro: erano i cosiddetti duelli «al primo sangue». A volte gli scontri non erano altro che una farsa per salvaguardare l’onore, e dopo essersi scambiati un paio di stoccate la reputazione dei combattenti si considerava salva. È vero però che molti combattimenti terminavano con la morte di uno dei due partecipanti. È difficile stabilire il "tasso di mortalità", ma se ne può fare una stima basandosi sull’informazione che ci tramanda un cronista francese della metà del XVII secolo, Tallemant de Réaux: del centinaio di duelli che cita nei suoi scritti, circa un terzo non ebbe luogo perché si arrivò a un accordo prima dello scontro; un terzo non registrò vittime mortali e l’ultimo terzo ebbe invece conseguenze fatali.

Allarme sociale

Riguardo alle cifre totali, uno storico ha calcolato che durante il regno di Enrico IV (1589 - 1610) in Francia ebbero luogo circa 10.000 duelli: vi parteciparono almeno il doppio di duellanti, dei quali 4000 o 5000 persero la vita. Si registrarono casi in cui i combattenti si comportarono come veri e propri criminali: è il caso di un certo D’Andrieu, che all’età di 30 anni aveva ucciso 72 uomini nel corso di diverse contese, fino a quando non fu mandato a morte dalla giustizia reale.

Duello tra Charles de Lameth e Charles de Castries del 12 ottobre 1790. Jean-François Janinet (1752-1814). Museo Carnavalet, Parigi

Duello tra Charles de Lameth e Charles de Castries del 12 ottobre 1790. Jean-François Janinet (1752-1814). Museo Carnavalet, Parigi

Foto: Musée Carnavalet / Roger-Viollet / Cordon Press

Se è vero che a volte il numero dei duelli veniva ingigantito, è altrettanto certo che le autorità dell'epoca avevano validi motivi per voler interrompere questo tipo di combattimenti. E così, nonostante il popolo nutrisse simpatia per coloro che cercavano di vendicare il proprio onore in combattimento, la legislazione contro i duelli divenne sempre più rigorosa. Bouteville, per esempio, fu arrestato proprio dopo il suo combattimento con Beuvron e il cardinale Richelieu lo fece processare e condannare a morte. Più tardi il re Luigi XIV promulgò numerosi editti che proibivano i duelli, il cui numero si ridusse poco a poco senza però sparire del tutto. L’ultimo duello mortale in Francia ebbe luogo nel 1892 tra un capitano ebreo e un marchese antisemita. Il primo morì ma divenne un eroe dell’opinione liberale.

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