Il mistero di Peter Stumpp, l'uomo lupo di Bedburg

Nel 1589 un uomo venne accusato di trasformarsi in lupo e di divorare bambini e adulti. Probabilmente si trattò di un complotto

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La deprecabile storia di Peter Stumpp

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La deprecabile storia di Peter Stumpp

Le vignette qui sotto raccontano al popolo la vicenda di Peter Stumpp. Sulla striscia superiore compare l’uomo lupo, con una cintura sulla vita, mentre divora una persona; successivamente l’uomo lupo viene inseguito dalla gente. Una volta recuperata la forma umana, Stumpp viene portato al cospetto della giustizia per essere torturato, decapitato e arso sul rogo. 

 

Foto: Charles Walker / Alamy / Aci

Un racconto terribile

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Un racconto terribile

Nel 1590 un inglese di nome George Bores, a quanto pare testimone del processo contro Stumpp, pubblicò a Londra l’opuscolo Della deplorevole vita e morte di Peter Stumpp, un malvagio stregone che, sotto l’apparenza di un lupo [...] per 25 anni ha ucciso e divorato uomini, donne e bambini.

 

Foto: British Library

Le loup-garou

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Le loup-garou

Alla fine del XVI secolo, la Francia fu pervasa dalla febbre del lupo mannaro, o loup-garou. Per esempio, nel 1573 il tribunale di Dôle accusò un certo Gilles Garnier di aver attaccato «in un vigneto, con le sembianze di un lupo, una bambina di 10 o 12 anni, e di averla uccisa con le sue mani a mo’ di zampe e con i suoi denti».

Nell'immagine, una bestia con la testa di cane tratta dal volume Monstrorum Historia del 1642.

 

 

Foto: Akg / Album

Licantropo o cannibale?

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Licantropo o cannibale?

Terrificante xilografia di Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553) che evoca la leggenda dei licantropi. Metropolitan Museum, New York.

 

Foto: Metropolitan Museum / Scala, Firenze

Il mistero di Peter Stumpp, l'uomo lupo di Bedburg

Il 31 ottobre del 1589 il pubblico radunatosi nella piazza principale della cittadina tedesca di Bedburg, nell’elettorato di Colonia, assistette a un’esecuzione terrificante. Il reo era Peter Stumpp, un uomo facoltoso di circa cinquant’anni accusato di aver assunto le sembianze di lupo dopo un patto con il diavolo e di aver assassinato diverse persone, tra cui bambini e donne incinte, per mangiarne il cervello.

Stumpp venne prima sottoposto alla tortura dell’eculeo (o del cavalletto, simile alla flagellazione). Non appena ebbe confessato fu punito con la condanna prevista per gli atti di cannibalismo, omicidio e «commercio carnale con il diavolo»: prima fu scuoiato con delle tenaglie incandescenti, poi messo alla ruota, dove gli vennero spezzate le ossa con l’estremità piatta di un’ascia per evitare che tornasse a vendicarsi dall’oltretomba.

Infine fu decapitato, e il suo corpo arso sul rogo. La testa venne infilzata su un palo esposto nel centro della città, sopra la ruota su cui si era compiuta l’esecuzione. Sulla ruota svettava pure un simulacro a forma di lupo.

Patto con il diavolo

Sembra che, durante il processo, Stumpp avesse confessato di praticare la magia nera da quando aveva dodici anni, motivo per cui era divenuto così ricco. A quanto disse, era stato il diavolo in persona, con cui aveva stretto un patto, a regalargli una cintura magica che gli permetteva di trasformarsi in un mostro dalle sembianze di lupo, «forte e potente, con grandi occhi che brillavano come i fuochi di notte, denti affilati e crudeli, e un corpo enorme sostenuto da zampe robuste».

L’uomo si dichiarò colpevole di tutti gli omicidi di cui era incolpato – quattordici bambini e due donne incinte, delle quali aveva divorato cuore e feto –, e riconobbe anche di aver avuto relazioni incestuose con la figlia e un succubo, un demone dall’aspetto femminile che il diavolo gli aveva inviato più volte. Uno dei bambini uccisi era suo figlio: gli aveva mangiato il cervello.

Il processo e l’esecuzione di Stumpp fecero scalpore in tutta Europa. Su alcuni volantini, subito tradotti in inglese, olandese e danese, si raccontava «la vera e sorprendente notizia di un contadino che, con le arti della magia, si trasformava in lupo per sette ore» e si riferiva che Stumpp «aveva una cintura e, quando la legava al corpo, diveniva uno spaventoso lupo». Diverse fonti di quei tempi fanno cenno all’avvenimento, e il consigliere di Colonia Hermann von Weinsberg ne annotò i dettagli sul suo diario.

Bestie leggendarie

La vicenda di Peter Stumpp è una delle molte storie di licantropi che, sin dai tempi antichi, stuzzicavano l’immaginario popolare europeo. L’incredibile ossessione per gli uomini che di notte si tramutavano in lupi e divoravano bestiame, uomini o cadaveri si giustificava con il terrore ancestrale provato da popoli che versavano in uno stato cronico di incertezza.

Era questo infatti il caso dell’elettorato di Colonia dove, negli anni precedenti al processo, molti pastorelli erano rimasti vittime di attacchi feroci, probabilmente causati da animali, soprattutto da lupi, allora frequenti nei fitti boschi della Germania. Giravano inoltre voci su alcuni contadini morti mentre lavoravano nella foresta, e i cui corpi erano stati divorati dalle bestie. Non stupisce perciò che tornasse in auge l’antica e sinistra leggenda di un mostro semiumano abitatore dei boschi.

Rancori e vendette

Dobbiamo chiederci perché, quando cercarono un uomo diabolico che al buio si trasformava in lupo, i contadini puntarono il dito proprio contro Stumpp, il quale ebbe la sfortuna di essere un agricoltore ricco in un periodo di dure carestie e di grandi penurie causate dai cattivi raccolti.

Solamente uno come lui avrebbe potuto destare con facilità invidie e sospetti. I testimoni di alcune morti assicurarono che il presunto lupo mannaro zoppicava con la zampa anteriore sinistra, e i concittadini lo misero in relazione col fatto che Stumpp aveva perduto la mano sinistra in un incidente mentre tagliava la legna.

Difatti Stumpp, o Stumpf, in tedesco significa “monco”, soprannome affibbiato a quello che in realtà si chiamava Abal Griswold.

Assieme a lui furono giustiziate altre due persone: Katharina Trumpen, una contadina vicina di casa, e la figlia di Stumpp, Sybil. Il caso di Katharina era simile a quello di Griswold. Dai documenti in nostro possesso possiamo dedurre che era vedova, proprio come Stumpp, e che faceva parte dei contadini più danarosi della zona.

L’accusa di connivenza e il successivo processo impedirono che lei e Stumpp fossero uniti e accrescessero il proprio potere davanti alle autorità. Una volta dichiarati colpevoli, avrebbero ceduto le loro terre ai signori locali, che ne avrebbero perciò disposto a proprio piacimento.

La Guerra di Colonia

La condanna di Stumpp avvenne inoltre in un particolare clima politico-religioso. Nel 1577 fu designato arcivescovo di Colonia Gebhard Truchsess von Waldburg, che in pochi anni si sarebbe convertito al protestantesimo, avrebbe sposato una giovane nobile protestante e avrebbe consentito alla nuova religione di penetrare nel suo arcivescovato.

La reazione delle autorità cattoliche non si fece attendere: nel 1583 Truchsess fu sostituito da un nuovo arcivescovo cattolico, Ernesto di Baviera, il quale avrebbe dato inizio alla cosiddetta Guerra di Colonia (1583-1588). La cittadina di Bedburg si ritrovò nel pieno del conflitto proprio allo scoppio del caso Stumpp. Il nuovo arcivescovo invase la regione per cacciare il signore locale, Adolf von Neuenahr, che aveva appoggiato Gebhard Truchsess. La gente assistette inerme agli assalti dei soldati che attaccavano villaggi e campi e assassinavano i pastori senza alcuna pietà al fine di impossessarsi delle loro greggi.

Nel 1589 arrivò a Bedburg un nuovo signore, il cattolico Werner von Salm-Reifferscheidt-Dyck, che si scontrò con la riluttanza della popolazione, per la maggior parte protestante. Il signore decise così di dare al popolo una bella lezione dimostrando quale sarebbe stata la sua fine se non si fosse sottomesso. Werner von Salm-Reifferscheidt-Dyck scelse come capro espiatorio Stumpp, che si era convertito al protestantesimo al pari dell’antico signore Neuenahr.

In altre parole: l’esecuzione di Peter Stumpp fu solamente un modo per intimidire i protestanti del territorio.

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