L'usanza di chiedere l'intercessione dei santi per ottenere le piogge desiderate in tempi di siccità è antica quasi quanto il cristianesimo stesso. La storia è piena di narrazioni di devote processioni provenienti da città e intere regioni, che portano in spalla le rappresentazioni del santo o della vergine locale e che vengono puntualmente ricompensate per la loro devozione con abbondanti piogge. Se questi acquazzoni siano o meno una diretta conseguenza dell'intervento "celeste" è una questione di fede individuale. Ciò che la scienza sembra essere in grado di stabilire è che questo tipo di miracoli sorse in un periodo di cambiamento climatico che portò a un aumento delle precipitazioni e delle inondazioni nel VI secolo d.C. Solo allora, alla fine dell'antichità, le biografie dei santi iniziano a riflettere un nuovo potere, quello del loro controllo sugli elementi atmosferici. O almeno è così nelle storie dei santi che circolavano in Italia tra la fine dell'antichità e l'inizio del Medioevo.
'San Frediano devia il corso del Serchio'. Filippo Lippi. 1437-1438. Galleria degli Uffizi, Firenze
Foto: Pubblico dominio
Lo conferma uno studio interdisciplinare condotto da ricercatori dell'Università di Pisa e dell'Università di Varsavia, pubblicato sulla rivista Climatic Change, che collega i dati che indicano un aumento delle precipitazioni nell'Italia settentrionale e centrale durante il VI secolo d.C. con resoconti storici contenuti in testi contemporanei sulla vita e sui miracoli dei santi. «Nel VI secolo almeno una parte dell'Italia divenne terra di piogge torrenziali e inondazioni», dice Giovanni Zanchetta, professore di geologia all'Università di Pisa e autore dell'articolo, che trova riscontro nei racconti dell'epoca, in cui vengono narrate numerosi episodi in cui i santi scatenano o arrestano violente piogge, temporali e inondazioni.
I Dialoghi, attribuiti a san Gregorio Magno (papa tra il 590 e il 604), contengono la biografia e le opere di molti di questi primi santi. In quest'opera, i cosiddetti miracoli dell'acqua rappresentano quasi il venti per cento di tutti i miracoli. Al contrario, nella letteratura agiografica di questo stesso periodo nell'odierna Francia, questo tipo di storie quasi assente. Secondo Robert Wiśniewski, specialista in agiografia all'Università di Varsavia e coautore dello studio, «le fonti letterarie, in particolare le storie di santi, non dovrebbero essere prese come un resoconto diretto di eventi passati», ma «riflettono la visione del mondo per spiegare fenomeni meteorologici straordinari», aggiunge.
San Domenico fa smettere di piovere. Dipinto di Miguel Guelles. XVII secolo
Foto: Banco de Crédito, Fondo pro recuperación del patrimonio cultural
Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!
La stalagmite di Renella
Per stabilire un asse temporale paleoclimatico della zona, gli autori dello studio hanno esaminato una stalagmite millenaria proveniente dalla grotta di Renella, nel nord della Toscana. Gli strati di minerali accumulati nel corso dei secoli fungono da registrazione delle condizioni ambientali: per esempio, un maggiore o minore accumulo di isotopi stabili di ossigeno può indicare periodi di precipitazioni più o meno abbondanti.
Secondo l'articolo, l'analisi dei livelli dell'isotopo ossigeno-18 contenuto nei diversi strati della stalagmite indica che «il periodo compreso tra l'impero romano e l'alto Medioevo ha mostrato oscillazioni da condizioni più secche a condizioni più umide». Ma la proporzione più bassa dell'intera serie (a cui è associato un più alto livello di umidità e accumulo di precipitazioni) si troverebbe nel frammento di roccia che coinciderebbe con il periodo compreso tra il 500 e il 600 d.C.
Stalagmite analizzata nello studio dell'università di Pisa e dell'università di Varsavia
Foto: Zanchetta et al.
Preoccupazione per il clima
Per gli autori dello studio, questi dati coincidono con altri indicatori paleoclimatici che mostrano un aumento delle precipitazioni e delle piene nelle valli fluviali delle Alpi, nonché con fonti scritte dello stesso periodo «che forniscono descrizioni di eventi idroclimatici estremi». Tutto ciò, quindi, aiuterebbe a spiegare l'improvvisa comparsa di questo tipo di racconti e miracoli, che rifletterebbe il reale cambiamento ambientale che gli abitanti della regione hanno dovuto affrontare nel VI secolo.
Gli agiografi della Chiesa avrebbero trasformato i normali eventi climatici in eventi soprannaturali, secondo gli autori dell'articolo. Secondo loro, dunque, l'aumento delle precipitazioni e delle inondazioni avrebbe potuto contribuire allo sviluppo del culto dei santi e del loro potere su malattie, persone e natura in generale. Questo servì ad aumentare la loro autorità tra la popolazione, e per inciso quella dei vescovi che ne controllavano il culto e che vedevano rafforzata la loro posizione di supremazia nelle comunità.
Per rimanere aggiornato e ricevere gli articoli di Storica direttamente sulla tua email, iscriviti QUI alla nostra newsletter settimanale!