Ci sono figure che attraversano la nostra esistenza in maniera trasversale: le conosciamo per la prima volta da bambini, quando siamo ancora figli, e le ritroviamo ciclicamente nell’età adulta, quando l’esperienza di diventare genitori sposta completamente il nostro baricentro e il punto di osservazione della realtà che ci circonda.
Logo per la celebrazione dei 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari
Foto: https://100giannirodari.com
Una di queste figure è sicuramente Gianni Rodari: chi da piccolo ha avuto la fortuna di incontrare sul proprio cammino, grazie al felice intervento di una maestra elementare illuminata o al miracoloso rito della fiaba della buonanotte, le sue filastrocche e i suoi racconti, custodisce nel proprio cuore, più o meno consapevolmente, una risorsa da cui attingere nel corso della vita. Così come la lettura de Il Piccolo Principe o delle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie ci parla in maniera diversa a seconda della nostra età, del nostro vissuto, delle nostre esperienze, del nostro grado di istruzione e sensibilità, allo stesso modo le rime e le novelle di Gianni Rodari catturano i piccoli per la loro curiosità e stravaganza, spingono i giovani all’azione, a rompere gli schemi mentali attraverso un garbato nonsense, e rivelano al lettore più maturo una grande attenzione a temi sociali di enorme importanza attraverso un uso rivoluzionario della parola.
Gianni Rodari
Foto: Pubblico dominio
Esattamente un secolo fa, il 23 ottobre del 1920, sulle sponde del Lago d’Orta, in Piemonte, nasceva Gianni Rodari. Il padre, panettiere, morì quando il piccolo Giovanni aveva solo dieci anni e la madre, cattolica praticante, lo spinse a entrare in seminario. Questa esperienza, e la ferrea disciplina che la contraddistingue, sarebbe durata solo un paio d’anni ma gli avrebbe dato modo di formarsi sulle pagine di Emilio Salgari, Jules Verne, Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoi, Eugenio Montale. Qui iniziò anche a scrivere le sue prime poesie che si divertì a fare illustrare su un quadernino da un compagno di classe.
Prima dei diciotto anni si delineò già molto chiaramente il suo pensiero politico, che prese corpo grazie alla lettura appassionata di Marx, Gramsci, Calvino, Palazzeschi, Collodi, Zavattini, Montale. Nel 1937 si diplomò come maestro e nel 1944, da fervente antifascista, abbracciò la vita del partigiano unendosi alla 121esima brigata d’assalto garibaldina Walter Marcobi e visse in clandestinità sulle Prealpi Varesine.
Rodari inviato speciale
Finita la guerra, divenne inviato speciale de L’Unità e i suoi scritti furono ben presto notati dal mondo intellettuale milanese. Divenne funzionario di partito e parallelamente si dedicò alla ricerca nel campo della pedagogia. Passando attraverso la redazione de La Domenica dei Piccoli, la direzione del Pioniere, l’esperienza a Paese Sera, il suo impegno culturale lo consacrò scrittore per bambini, non senza incontrare ostacoli da parte di una certa classe politica e soprattutto del clero (subirà infatti la scomunica nel 1951 dalla Chiesa cattolica e i suoi libri verranno bruciati sui sagrati). Scriverà Rodari nella Grammatica della Fantasia nel 1973:
“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore […] Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari […] Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia…”
Gianni Rodari
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La sua fantasia, unita a una grande ironia, diede vita a personaggi antropomorfi, uno su tutti Cipollino, il bambino cipolla, che portavano messaggi di pace e uguaglianza. Rodari fu un uomo educato e gentile, timido e rispettoso, assolutamente anticonformista, avverso ai luoghi comuni, nemico dei pregiudizi, e le sue “creature” gli assomigliano sempre un po’. Nei primi anni sessanta iniziò a incontrare insegnanti e studenti e arrivò a formulare un’idea rivoluzionaria di scuola, che pone il bambino al centro del percorso di apprendimento e in cui l’immaginazione e il divertimento diventano gli strumenti ideali per raggiungere lo scopo formativo. Rodari sapeva parlare ai bambini perché non poneva limiti al pensiero creativo e il suo linguaggio era semplice, chiaro, sincero, mai banale. Una precisa linea didattica, fondata sul gioco e la libertà di espressione, legava indissolubilmente lo scrittore al geniale artista Bruno Munari, inventore dell’azione-gioco dei laboratori didattici per bambini: quest’ultimo illustrerà vari testi di Rodari, come ad esempio Filastrocche in cielo e in terra, Il libro degli errori, le Favole al telefono. Il sodalizio tra i due durerà parecchi anni e lascerà un segno indelebile nel modo di educare e istruire.
In Un signore maturo con un orecchio acerbo, Rodari esplicitò ciò che per lui era fondamentale: la centralità del bambino.
Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
Non era tanto giovane, anzi era maturato,
tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e poter osservare il fenomeno per benino.
‘Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età,
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?’.
Rispose gentilmente: ‘Dica pure che son vecchio.
Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
È un orecchio bambino, mi serve per capire
le cose che i grandi non stanno mai a sentire’.
Gianni Rodari
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Una fama senza confini
Ben presto divenne famoso anche oltre i confini nazionali, e nel 1970 venne insignito con il prestigioso premio Hans Christian Andersen, considerato il Premio Nobel per la letteratura per l'infanzia. Ancora oggi, è l'unico autore italiano ad averlo vinto. I suoi romanzi continuano ad essere tradotti in decine di lingue ed è considerato una delle più intense espressioni della produzione letteraria del nostro Paese. Morì decisamente troppo presto, a sessant'anni non ancora compiuti. Ma esattamente come succede al protagonista del suo romanzo C’era due volte il barone Lamberto, ogni volta che gli rendiamo omaggio rileggendo uno dei suoi capolavori, lo facciamo “ringiovanire” e lo riportiamo in vita. Almeno nei nostri cuori.
Di seguito, Gianni Rodari interpreta tre filastrocche da Filastrocche in cielo e in terra: Un signore con tre cappelli, Il dittatore e Un tale di Macerata.
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