Festa del lavoro: perché si festeggia il primo maggio?

Il primo maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche e sociali, per affermare i propri diritti e per migliorare la propria condizione. Ma quali sono le sue origini storiche?

Nel 1884, la Federazione delle organizzazioni sindacali americane aveva stabilito per il primo maggio 1886 la scadenza entro cui le otto ore sarebbero diventate lo standard lavorativo senza tagli salariali.

“Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” fu la parola d’ordine, coniata in America e condivisa dal movimento sindacale organizzato del primo Novecento

“Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” fu la parola d’ordine, coniata in America e condivisa dal movimento sindacale organizzato del primo Novecento

Foto: Wikicommons

A metà ottocento infatti le condizioni di lavoro erano tutt’altro che umane: non era raro che si lavorasse anche sedici ore al giorno, la "sicurezza" non era neppure contemplata e i morti sul lavoro erano all’ordine del giorno. Allo scadere di quella data, un sabato, migliaia di operai in tutti gli Stati Uniti iniziarono così una vasta mobilitazione. Uno dei principali centri dell’industria e del movimento operaio, che era andato crescendo sempre più dopo la fine della guerra civile, era Chicago. Le condizioni di lavoro in città erano miserabili, con molti operai impegnati nelle loro mansioni dalle dieci alle dodici ore giornaliere, spesso sei giorni alla settimana e a volte in condizioni pericolose. Il primo maggio 1886 ottantamila lavoratori diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana.

Il quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo

Il quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo

Foto: Wikicommons

La protesta proseguì nei giorni successivi, fino al lunedì 3 maggio, quando la polizia cercò di far entrare dei crumiri nella fabbrica di macchinari agricoli McCormick, uccidendo alcuni operai ai cancelli d’ingresso. Undici persone persero la vita in quello che sarebbe passato alla storia come il massacro di Haymarket. È in memoria delle vittime, i “martiri di Chicago”, e in memoria di quegli eventi, che nel 1889 l’American Federation of Labor propose il primo maggio come festa dei lavoratori. Le notizie degli eventi tragici di Chicago arrivarono anche in altri stati di tutto il continente americano, per poi estendersi anche in Europa.

A Parigi durante il congresso della Seconda Internazionale si decise che "una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tutte le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore". La scelta cadde sul primo maggio dell'anno successivo, appunto per il valore simbolico che quella giornata aveva assunto.

Pranzo in cima ad un grattacielo, Charles C. Ebbets

Pranzo in cima ad un grattacielo, Charles C. Ebbets

Foto: Wikicommons

In Italia come negli altri Paesi il grande successo del primo maggio, concepita come manifestazione straordinaria e unica, indusse le organizzazioni operaie e socialiste a rinnovare l'evento anche per 1891. Nella capitale la manifestazione era stata convocata in piazza Santa Croce in Gerusalemme, nei pressi di San Giovanni. Nell'agosto del 1891 il congresso dell'Internazionale, riunito a Bruxelles, assunse la decisione di rendere permanente la ricorrenza.

Durante il ventennio fascista, in Italia il primo maggio fu fatto coincidere con la celebrazione del 21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma, leggendaria data di fondazione della Capitale, nel 753 a. C. Tornò poi a celebrarsi nel 1945, sei giorno dopo la liberazione dell'Italia. E nel 1947 infine la festa del lavoro e dei lavoratori divenne ufficialmente festa nazionale.

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