Una delle manifestazioni artistiche più rilevanti degli etruschi fu la ceramica. Buona parte della loro produzione, di grande qualità e molto apprezzata nei mercati di tutto il Mediterraneo, imitava i modelli greci. Un elemento caratteristico di questa civiltà era il bucchero, un tipo di ceramica risalente al VII secolo a.C. Si tratta di un’evoluzione della ceramica d’impasto (argilla non depurata) tipica della cultura villanoviana e si caratterizza per la decorazione sui brillanti toni del nero.
Le ceramiche d'impasto (1000-600 a.C.)
I primi due reperti della galleria qui sotto sono un buon esempio della ceramica della cultura di Villanova. Questo tipo di ceramica, scura e dalle pareti spesse, si preparava, fino all’VIII secolo a.C., a mano, con un’argilla grossolana, e s'incideva con motivi geometrici. Successivamente le pareti si assottigliarono e venne modellata al tornio. S'ispirarono ad alcuni modelli del Vicino Oriente o della Grecia. A partire dal VII secolo a.C. l’impasto verrà impiegato solamente per stoviglie di uso corrente oppure per anfore per il trasporto delle merci.
Il bucchero nero (700-500 a.C.)
Gli ultimi tre reperti della galleria sono caratteristici del bucchero, ceramica già tipicamente etrusca. Si preparava con argilla finemente tritata e cotta al forno con un minimo di ossigeno. L’intenso colore nero si otteneva grazie alla reazione chimica del carbone tritato o di sostanze organiche impastate nell’argilla. Si distinguono due categorie di bucchero: quella “sottile”, con pareti più delicate, una brillantezza metallica e decorazione intagliata e incisa, e quella “pesante”, più spessa e meno brillante, e decorata con rilievi e forme barocche.
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